Sempre più pensionati italiani scelgono mete estere come residenza, per il clima ma anche per i vantaggi fiscali che trovano. Da 10 anni, in Europa, il Portogallo ha fatto delle agevolazioni un attrattore, ma nel 2024 Lisbona ha cominciato a cambiare le regole. È così salita la popolarità di due Paesi facilmente raggiungibili come la Spagna, che nel 2023 ha accolto 536 pensionati italiani, o la Tunisia, con Hammamet che ospita 4.000 connazionali over 65, pari all’8% della popolazione locale.
Altri Paesi emergenti sono la Romania, l’Albania, Cipro, la Grecia e la Slovacchia. Ora, tuttavia, anche l’Italia si candida a diventare paese attrattore di pensionati europei, grazie ad una legge, già esistente, che garantisce una tassazione al 7%, per gli stranieri che vengono a risiedere in Italia. Per ora hanno due soli vincoli: bisogna scegliere un comune dove vivere sotto i 20mila abitanti e che sia esclusivamente del Sud fino a Marche e Umbria, Lazio escluso.
“Stiamo lavorando affinché la norma venga estesa a tutta Italia e che siano presi in considerazione comuni fino a 60mila residenti”, ha dichiarato Massimo Caputi presidente di Federterme, che ha sposato il progetto “Italian golden age”. Si tratta di un programma di investimenti per la riqualificazione di strutture alberghiere o residenziali inutilizzate, per trasformarle in quelli che si chiamano “compound”. “Si tratta di strutture residenziali che anziani stranieri possono prendere in locazione a lungo termine, ma che offrano tutto, che siano delle vere piccole comunità, con strutture assistenziali ma anche di svago”, ha aggiunto Caputi.
Il Portogallo 10 anni fa ne realizzò 47, ma ora si stanno svuotando per il cambio di normativa. “Abbiamo già la parte fiscale approvata per legge. Il sole e il clima che tutti ci invidiano. Dobbiamo solo trovare gli investitori”, ha concluso Federterme.