Antonio Zacchera
e il business
che fa bene

Gli imprenditori illuminati di certo non mancano, nel turismo. Ma di Antonio Zacchera stupisce la naturalezza con cui smantella il sillogismo che spesso ci spinge ad accostare alla parola ‘business’ la ricerca del profitto a tutti i costi, anche a scapito della comunità.

E lo fa un po’ per caso, rispondendo a una domanda a sorpresa di Remo Vangelista al convegno Aiav ‘Destinazione Turismo - Speciale Piemonte’. Parla del ruolo della tecnologia nel suo gruppo e ci fa scoprire come, grazie a una sua idea, un software abbia migliorato non solo il suo business, ma anche la vita di chi non può permettersi di varcare la soglia dei suoi alberghi di lusso.

“Tutto è partito da quando ho sentito i miei collaboratori parlare della necessità di aumentare i contenitori dell’umido perché gli scarti alimentari continuavano a crescere - racconta il ceo del Gruppo Zacchera Hotels -. Io ci ho riflettuto e ho deciso di affidarmi alla tecnologia. Nessuno dei miei ci credeva, ma io sono andato avanti, ho ingaggiato un esperto che ha messo a punto un software per la gestione dei processi operativi, ed è stata la svolta”.

Il risultato, ammette con franchezza, è andato oltre ogni sua aspettativa; il sistema, grazie all’utilizzo dell’IA, consente di produrre i pasti in funzione della nazionalità, dell’età e della stagionalità dei clienti, abbattendo i costi e riducendo drasticamente gli sprechi.

Ma non solo: 12.500 pietanze sono tracciate a monte e questo permette, in caso di eccesso di produzione, di poter incellofanare ed etichettare con gli allergeni i prodotti semilavorati, per poi cederli al supermercato solidale della Caritas di Verbania, dove le famiglie meno abbienti possono riceverli gratuitamente. “Siamo gli unici in Italia a farlo - rivendica Zacchera con una punta di orgoglio - e dopo che, alla riunione con la mia famiglia (Zacchera è discendente di quarta generazione di albergatori dal 1873 ndr) abbiamo esaminato i conti, vedendo che in un anno avevamo risparmiato il 30% di spesa food e, allo stesso tempo, avevamo distribuito due quintali di materiale lavorato, abbiamo festeggiato”.

Ecco il business che fa bene. A tutti.

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