Quasi 20 milioni di arrivi per il Giappone, ma ora mancano le camere

Sono tanti, forse addirittura troppi per un Paese che non se li aspettava. Il 2015 per il Giappone si è concluso con un exploit senza precedenti per l’inbound: 19,7 milioni di visitatori stranieri, quasi il 50 per cento in più rispetto all’anno precedente e più del doppio rispetto al 2012.

Circa un quarto di loro erano cinesi, più del doppio rispetto al bilancio dell’anno prima. Altrettanto incoraggianti le cifre delle spese turistiche diffuse dalla Japan National Tourism Organization: 30 miliardi di dollari, pario allo 0,5 è per cento dell’economia del Paese.

A questo punto anche il primo ministro Shinzo Abe si è visto costretto a rivedere al rialzo gli obiettivi per il 2020, anno in cui Tokyo ospiterà i Giochi Olimpici. Le stime di due anni fa erano, infatti, di arrivare a ospitare 20 milioni di turisti ma, dopo i risultati record del 2015, Abe è arrivato a parlare addirittura di 30 milioni.

Un vero e proprio esercito che rischia, per il Paese, di essere gestito con grande difficoltà. Entro il 2020, infatti, il Giappone dovrà far fronte all’insufficienza della ricettività alberghiera e l’analisi di Mizuho Financial Group, una delle tre banche maggiori del Giappone, indica che per arrivare a ospitare 25 milioni di visitatori il Paese avrà bisogno di 41mila camere aggiuntive, per un investimento stimato in 4,9 miliardi di dollari.

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