Outgoing in frenata anche al Nord

L'insicurezza economica nazionale e le tensioni politiche di alcune delle aree turisticamente più sviluppate del pianeta non potevano non lasciare il segno sull'outbound nei nostri connazionali all'estero.

Dopo quattro anni consecutivi di cifre in progressione, il 2011 è stato infatti caratterizzato da una frenata sul fronte del numero di viaggiatori italiani alle frontiere. I dati forniti dalla Banca d'Italia, anche se parziali perché relativi ai primi dieci mesi del 2011, sono rivelatori di un anno al rallentatore, dal momento che fanno registrare una flessione di viaggiatori pari al 4,1 per cento sul 2010.

Più lieve il calo dei pernottamenti totali, sempre riferiti al periodo gennaio-ottobre 2011: meno 3,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Le cifre del report non rispecchiano nemmeno più la classica spaccatura economica che, da sempre, separa il Nord dal Sud del Paese. In effetti provengono dalla stessa area, quella tradizionalmente più ricca del Nord-Est, sia il Friuli Venezia Giulia - che chiude i primi dieci mesi del 2011 con un incremento del 13,8 per cento nel numero di viaggiatori sul 2010 -, sia il Trentino Alto Adige, che all'opposto ha visto quasi dimezzate le partenze da un anno all'altro. Tra le rare eccezioni positive c'è anche la Toscana, con il 7 per cento di viaggiatori in più.

Per il resto è una sequenza di percentuali negative da Nord a Sud, con la Liguria che chiude il periodo con il 21,7 per cento di viaggiatori in meno, seguita dal meno 18,2 della Sicilia, dal meno 16,8 per cento della Sardegna e dal Piemonte a meno 10,3: tutti segnali inequivocabili di un disagio che difficilmente le cifre dell'ultimo bimestre potranno mitigare.

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