Città leader: New York, Londra e Parigi le più 'globali' del mondo

Sono New York, Londra e Parigi le città più 'globali' del mondo, quelle che più e meglio di altre sanno attrarre e trattenere imprese, talenti, idee, capitali e innovazione, generando benefici che si estendono ben oltre i propri confini municipali.

La mappa delle destinazioni leader è destinata però a modificarsi significativamente nei prossimi 10/20 anni: a conquistare i vertici della classifica saranno le città, fra quelle oggi definite 'emergenti', che meglio sapranno svilupparsi in termini di capitale umano, attività di business e innovazione.

A misurare il livello di 'globalità' di 84 città nei 5 continenti, scrive Event Report, è il Global Cities Index stilato dalla società di consulenza A.T. Kearney che vi affianca, a compendio, un Emerging Cities Outlook con il quale individua le 35 città di Paesi a reddito oggi medio-basso che esprimono il più alto potenziale di sviluppo nella prossima decade.

Scopo dello studio è quello di fornire alle aziende indicazioni su dove orientare i propri investimenti futuri, e a politici e city manager strumenti per indirizzare le proprie decisioni in favore di una maggiore competitività.

Secondo il report, gli elementi che determinano la dimensione 'globale' di una città, cioè la sua capacità di essere connessa e integrata con il mondo e di assumere un ruolo di leadership a livello nazionale e internazionale, sono 5.

• L’attività di business, che è misurata dalla presenza nella città delle sedi centrali di aziende multinazionali e di primarie società di servizi, ma anche dal volume del traffico merci, dal valore del suo mercato e, non ultimo, dal numero di congressi internazionali che vi si svolgono.
• Il capitale umano, cioè la capacità della città di attrarre talenti, calcolato nel numero di stranieri presenti, nella qualità delle università, nel numero di scuole e studenti internazionali, nonché nella percentuale di popolazione in possesso di una laurea universitaria.
• La circolazione dell’informazione, valutata attraverso la disponibilità dei maggiori canali televisivi, la presenza e diffusione di internet, il numero di agenzie stampa estere, la libertà di espressione e la percentuale di popolazione cittadina che ha accesso a internet a banda larga.
• L’esperienza culturale, definita con il numero di musei, di attrazioni e luoghi di spettacolo, di ristoranti nonché dal numero di eventi sportivi ospitati, dal volume dei visitatori internazionali e dai gemellaggi con altre città.
• Il coinvolgimento politico, che valuta il ruolo della città nel dialogo politico internazionale ed è misurato attraverso la presenza di ambasciate e consolati, organizzazioni internazionali e istituzioni locali con relazioni internazionali, congressi ed eventi politici che vi si svolgono.

Il Global Cities Index definisce quindi New York, Londra e Parigi come le prime 3 città top performer negli ambiti sopra descritti; a seguire, fra le prime 10, si trovano Tokyo, Hong Kong, Los Angeles, Chicago, Pechino, Singapore e Washington. Nessuna città italiana fra le prime 20, sebbene siano presenti quasi tutte le grandi capitali europee, incluse Bruxelles, Madrid, Vienna, Mosca e Berlino. Per trovare la prima città italiana occorre scendere al 32° posto, dove Roma si posiziona dopo Barcellona, Amsterdam, Dubai, Istanbul e Zurigo. Milano, l’altra città italiana presente nella classifica, è invece al 44° posto, dopo Taipei, Mumbai e Bangkok.

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