Trump, i suoi primi
100 giorni
I riflessi sul turismo

Sono scattati i primi 100 giorni della seconda presidenza di Donald Trump, e l’industria dei viaggi fa partire i sondaggi. E se già le più recenti statistiche di organi istituzionali e osservatori specializzati indicavano flessioni piuttosto marcate per l’incoming Usa, dagli addetti ai lavori arriva la conferma che l’andamento delle prenotazioni sta subendo un rallentamento.

È il forte mercato britannico, in particolare, a risentire di questo trend. Un’inchiesta condotta nel Regno Unito da TTG Media pare confermare quel che molti operatori turistici avevano previsto e temuto dopo le ultime elezioni presidenziali. “Sembra che ci troviamo di fronte a una ‘crisi Trump’, con il 67% degli intervistati che affermano di aver registrato una flessione da quando è tornato al potere - scrive la testata pubblicando un’analisi di Andy Headington, ceo Adido Digital -. E i dati della Us International Trade Administration sembrano confermare questa ipotesi, evidenziando come i visitatori in America provenienti da 20 importanti Paesi siano diminuiti del 10,3% a marzo rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Dati in contrasto con le previsioni per il 2025 del National Travel and Tourism Office, che inizialmente pronosticavano un aumento del 6,5% degli arrivi internazionali totali, raggiungendo quota 77,1 milioni. Inoltre, i timori si accrescono pensando che gli Stati Uniti ospiteranno i Mondiali di Calcio 2026 e le Olimpiadi 2028”.

Resta tuttavia il fatto che gli Usa sono una meta importante sia per i turisti che per gli operatori e le agenzie di viaggi, “quindi sarebbe negligente da parte di questi ultimi non soddisfare le esigenze del mercato - avverte Headington -. Avrebbe però senso tener presente che l’impatto di una perdita di business sugli States potrebbe essere attenuato potenziando il marketing e la pubblicità per destinazioni alternative”.

Ti è piaciuta questa notizia?

Condividi questo articolo