Va' dove ti porta il cuore (o quasi)

Esibizionisti, amanti del manga, del fetish ma anche semplici voyeur. Se ne trovano per tutti i gusti, anche per quelli più nascosti anche per quelli che creano un certo embarasse, per dirla un po' bene.

Si tratta dei Love Hotel che in quel del Giappone sono più che un istituzione da oltre quarant'anni.

C'è poco da scuotere la testa, alzare indici biasimanti ed erigersi a giudici con una morale di facciata, perché l'industria degli alberghi dell'amore è una macchina da business che genera 40 miliardi di dollari all'anno.

E che anche in uno degli anni più neri della crisi, come il 2009, (non che adesso sia meglio ma tant'è) ha accolto una media di 2,5 coppie per stanza a notte.

Camere dedicate al piacere e colme di ogni stravaganza sorgono ovunque nella terra del Sol Levante, da Tokyo a Osaka, e raccolgono dalle giovani coppie in cerca di intimità agli amanti più attempati che non vogliono recare disturbo ai vicini, che i giapponesi si sa, sono gente per bene.

Proprio per gli over sessanta, che rappresentano il target principale, gli imprenditori dei Love Hotel hanno iniziato a studiare tante piccole accortezze.

Dai corrimano per chi ha difficoltà motorie, a colonne sonore d'antan, sino ai menù caserecci per far sentire anche i lovers più vergognosi a proprio agio.

Che insomma, per certe cose, l'età proprio non conta e poi, come diceva il buon Fabrizio De André, "l'amore ha l'amore come solo argomento".

E quindi, va' dove ti porta il cuore (o quasi).

Twitter @SGianuario

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