Le prossime 'spese' fiscali

Quali saranno le prossime significative uscite finanziarie cui le agenzie viaggi ed i tour operator dovranno far fronte in questo momento di grave crisi?

Questo un sintetico calendario, in modo che ognuno possa pianificare le proprie uscite:
- 16 marzo: IVA - saldo anno 2019 (IVA 4° trimestre) oppure IVA di febbraio (per i mensili);
- 16 aprile: IVA - mese di marzo (per i mensili);
- 16 maggio: INPS – rata fissa (circa 950,00 euro) gestione commercianti, per i titolari o amministratori di agenzie viaggi e tour operator;
- 16 maggio: IVA - relativa a gennaio-febbraio-marzo (per i trimestrali) o relativa ad aprile (per i mensili);
- 31 maggio: RITENUTE e CONTRIBUTI su lavoro dipendente dei mesi di febbraio e marzo (il Decreto “Salva Turismo”, infatti, consente di versarli in unica soluzione al 31 maggio invece che al 16 di marzo ed aprile);
- 16 giugno: IVA relativa a maggio (per i mensili);
- 16 giugno: IMU versamento acconto anno 2020;
- 30 giugno: SALDO delle imposte (IRPEF/IRES/IRAP) per l’anno 2019 e del PRIMO ACCONTO per l’anno 2020

Ora: i versamenti IVA non “dovrebbero” spaventare: in un periodo di soli annullamenti e zero nuove pratiche, infatti, appare evidente come ben difficilmente emergerà un importo di IVA a debito da versare.

Ciò che preoccupa sono:
- i versamenti di RITENUTE E CONTRIBUTI: il Decreto Salva-Turismo (“posticipare” i versamenti di febbraio e marzo al 31 maggio) appare assolutamente insufficiente: a fine maggio la crisi non sarà stata superata e non si sarà recuperata alcuna liquidità: è necessaria ed urgente una estensione del provvedimento;
- il SALDO 2019 e ACCONTO 2020 delle imposte fissato al 30 giugno: spesso e volentieri questi versamenti, particolarmente pesanti, vengono finanziati con il “fieno messo in cascina” nei primi mesi dell’anno, ma a giugno non ci saranno risorse per far fronte a queste uscite: è assolutamente indispensabile la proroga di tale versamento, come peraltro avvenuto lo scorso anno.

Infatti lo scorso anno questo versamento è stato spostato dal 30 giugno al 30 settembre: ma non per una crisi economica, bensì perché l’Agenzia delle Entrate non aveva reso disponibili i modelli dichiarativi ISA. Insomma: all’Agenzia delle Entrate non avevano fatto i “compiti a casa” per tempo e quindi sono stati costretti a spostare i termini dei versamenti.
Rimarrei quindi particolarmente stupito se non arrivasse alcun posticipo dei versamenti al 30 settembre in un momento di gravissima crisi come questo: come dimostrato lo scorso anno, infatti, lo spostamento è più che praticabile e non comporta maggiori spese a carico dell’Erario. E’ sufficiente solo un atto di buona volontà e di reale vicinanza alle esigenze delle imprese.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.travelfocus.it

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