Carenza di personale e il rapporto con le nuove generazioni

La difficoltà nel reperire personale è oggi una costante per Agenzie Viaggi e Tour Operator ed è un problema trasversale che interessa ogni settore e che non riguarda solo l’assunzione, ma anche la capacità di trattenere i lavoratori, in particolare quelli più giovani, che spesso cambiano lavoro dopo poco tempo.

Questo che tecnicamente viene chiamato “mismatch lavorativo” (cioè mancato incontro tra domanda e offerta) si è già verificato anche in passato, seppure in forme diverse: negli anni 80 e 90 la necessità di personale veniva soddisfatta parzialmente dall’immigrazione extracomunitaria, mentre negli anni pre-Covid si ha avuta la prima comparsa del fenomeno dei Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano attivamente un’occupazione).

La situazione attuale però sembra presentare un cambiamento strutturale e culturale:

· Calano le risorse umane disponibili: il declino demografico riduce progressivamente le nuove generazioni sulle quali poter contare,

· Cambia il potere contrattuale: il lavoro diventa una scelta del candidato: è l’impresa a dover convincere i giovani con offerte adeguate,

· Mutano i valori: per i giovani il lavoro non è più solo un dovere o un mezzo di sostentamento, ma deve integrarsi in un orizzonte più ampio di vita e valori personali.

Secondo la ricerca Monitor sul Lavoro (Mol di Community Research&Analysis per Federmeccanica : https://www.federmeccanica.it/centro-studi/monitor-sul-lavoro.html che sebbene si riferisca ad un settore diverso, ritengo sia per molti aspetti adattabile al Turismo) i giovani interpretano il lavoro attraverso tre dimensioni principali:

1. Soggettività: attenzione al benessere personale e alla compatibilità tra vita privata e professionale,

2. Valore del lavoro: ridimensionamento della centralità del lavoro nella scala dei valori, rispetto alle generazioni precedenti,

3. Impresa: aspettative verso l’organizzazione aziendale in termini di inclusione, welfare e partecipazione.

Soprattutto nel confronto con i senior (over 65) e con indagini condotte negli scorsi decenni, si evidenzia una discontinuità significativa:

· Più della metà dei giovani (51,6%) dichiara di riservarsi di accettare un’offerta di lavoro solo dopo aver valutato la proposta (della serie: adesso è il candidato a concludere il colloquio con “le farò sapere se mi interessate” e non viceversa), contro appena il 25,8% dei senior,

· Le priorità dei giovani si articolano lungo due dimensioni:

o Aspetti “pratici” (ad esempio: vicinanza della sede di lavoro all’abitazione e orari flessibili)

o Aspetti “qualitativi” (presenza di benefit e indennità, coinvolgimento nelle scelte aziendali).

Tutti aspetti che tradizionalmente, nel settore delle Agenzie Viaggi e dei piccoli Tour Operator, hanno sempre avuto un ruolo marginale.

Il settore quindi si trova oggi di fronte a una duplice sfida:

· affrontare la scarsità strutturale di risorse umane determinata dal declino demografico;

· adattarsi a una nuova cultura del lavoro, in cui i giovani attribuiscono maggiore importanza a flessibilità, qualità della vita e valori aziendali.

Col conseguente cambiamento di paradigma: non sono più i candidati a doversi adeguare alle imprese, ma le imprese a dover rendere attrattive le proprie proposte, se vogliono reclutare e trattenere talenti nelle nuove generazioni.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.travelfocus.it

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