“Non esiste brand di lusso senza icone”. È la regola d’oro di Jean-Noël Kapferer, guru del luxury branding, che ha spiegato il senso dell’iconicità dal palco di Essence of Sardinia al Forte Village.
Dopo il tema della singolarità affrontato nel 2024, quest’anno la riflessione si concentra sull’iconicità: “Un bestseller nasce da marketing e prezzo. Un’icona, invece, resiste al tempo, crea culto ed emozioni”. Un concetto che si traduce direttamente nel travel. “Un’icona può essere una persona, come le hostess di Singapore Airlines, simbolo globale di eccellenza, un viaggio come il Parigi-Venezia sul Venice Simplon Orient Express di Belmond, o una suite come la Winston Churchill a La Mamounia di Marrakech”.
Nella logica del lusso, non bastano numeri e performance: serve la capacità di trasformare un prodotto o un servizio in un simbolo aspirazionale, che diventi racconto e patrimonio condiviso.
Per il comparto dell’hospitality, la sfida è chiara: “Non abbiamo bisogno di proposte medie, ma di esperienze fuori dall’ordinario, in sintonia con i valori di oggi come sostenibilità e autenticità”. È qui che si gioca il futuro del luxury travel, capace di durare non per moda, ma per visione.