Canali di comunicazione, ecco quelli di cui gli italiani si fidano di più

“Canale e contenuto della proposta pubblicitaria sono ormai indissolubilmente legati e si influenzano reciprocamente. Anzi, è proprio il touch point scelto per veicolare il messaggio a costituire motivo di credibilità”.

Così Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia, commenta i risultati dell’indagine Trust in advertising che la società di ricerche e consulenza ha condotto in 60 Paesi per sondare il livello di fiducia dei consumatori non solo nel messaggio pubblicitario in sé, ma anche nel canale attraverso cui è diffuso.

Dall’indagine, spiega Event Report, emerge che gli italiani si fidano prima di tutto del passaparola: il 74 per cento dei considera infatti credibili i consigli di conoscenti diretti e il 64 per cento i commenti postati sui social network (passaparola digitale). Al terzo posto si posizionano i contenuti editoriali di quotidiani e periodici (55 per cento), seguiti dai contenuti dei siti aziendali, ritenuti credibili tanto quanto la pubblicità in televisione (45 per cento).

La pubblicità (diversa dai contenuti editoriali) sulla carta stampata, così come quella in radio, il product placement e le sponsorizzazioni generano invece riscontri più tiepidi.

Che la credibilità del messaggio sia determinata anche dal canale che lo veicola è confermato dai trend dell’online: “Pur non essendo ai vertici della fiducia riposta dai consumatori, la pubblicità online preceduta dalle raccomandazioni di amici e dai commenti in rete è in grado di accompagnare il consumatore così da vicino da incentivarlo ad acquistare il prodotto” commenta Fantasia. “Grazie a smartphone e tablet, inoltre, il web advertising si rivela una fonte così flessibile e svincolata da spazio e tempo da essere più performante nelle decisioni di acquisto rispetto ai mezzi considerati più credibili”.

Ma i canali tradizionali sono ancora rilevanti, e per massimizzare il ritorno sull’investimento, la formula vincente è quella dell’advertising integrato, che coniuga le forme tradizionali con l’online. Prova di ciò è il fatto che sempre più spesso lo spot televisivo invita lo spettatore a navigare sul sito dell’investitore, così da rendere più efficace il relativo messaggio”.



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