La rivolta dei negozicontro le tasse pazze sulle vetrine

A Bologna l'hanno chiamata 'Delirium Tax' e va a colpire uno degli aspetti che, da sempre, scatenano le proteste delle agenzie: le tasse sulle vetrine.

Il soprannome lascia intendere tutto il dissenso nei confronti della norma. Che, negli ultimi tempi, sta generando una pioggia di cartelle esattoriali con conti anche da diverse migliaia di euro.

Si tratta di un regolamento del capoluogo emiliano entrato in vigore nel 2009 che prevede il pagamento di una determinata somma per ogni cartello esposto, equiparandolo di fatto alla pubblicità.

E per 'ogni cartello' si intende proprio qualsiasi tipo di avviso: secondo quanto riportato da La Repubblica, la norma sarebbe stata applicata anche per gli adesivi riportanti le carte di credito accettate o i prezzi. Il regolamento, accusano i detrattori, lascerebbe troppa discrezionalità a chi è incaricato di farlo rispettare.

Negli ultimi tempi, a quanto riporta ilrestodelcarlino.it, l'applicazione della tassa si sarebbe inasprita. Scatenando le proteste dei negozianti.

La situazione avrebbe portato anche a una discussione in sede di Consiglio Comunale sulla revisione di una regola che sta facendo fioccare cartelle esattoriali su tutti i negozi della città. Il Comunque, dunque, sarebbe pronto a un parziale dietrofront.

Per le agenzie di viaggi, il tema non è nuovo (e non è circoscritto alla realtà bolognese): in passato, già diverse volte i dettaglianti hanno fatto sentire la loro voce sulla questione delle tasse sulle vetrine. E a Bologna, ora, non sono i soli a puntare il dito.

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