Ripensare i networkMeno agenzie e più business

Cercano la crescita sul territorio, ma non quella smisurata. Vogliono fornitori con i quali instaurare un rapporto all'insegna della continuità, ma allo stesso tempo guardano con interesse agli operatori che innovano e sono in grado di dare una sferzata al mercato. Quello dei network è un comparto in evoluzione.

Stagioni difficili, contrassegnate da un calo dei punti vendita non bilanciato da nuove aperture, hanno portato a ripensare la propria identità e a rivedere parametri all'apparenza inossidabili. Cambiamenti in atto di cui si è discusso nel talk show moderato dall'esperto di retailer turistico Roberto Gentile all'interno della Travel Agents' Arena di Rimini.

Un dibattito serrato che ha subito preso le mosse da una questione all'apparenza centrale: qual è oggi la dimensione giusta di un network? “L'importante - ha messo in chiaro il presidente del gruppo omonimo, Franco Gattinoni - è arrivare a un numero corretto di agenzie, distribuite sul territorio in maniera omogenea, oltre il quale non va più bene andare”. A volte, secondo il presidente di Last Minute Tour, Ezio Birondi, bisogna anche avere il coraggio di chiudere i punti vendita con i conti in rosso. “Non sono contrario a nuove aperture, ma ogni punto sul territorio deve rendere. Non si può avere la pretesa di salvare tutte le agenzie in ogni situazione, perché per salvarne cinquanta, si finisce per sacrificare tutte le altre". Un'opinione condivisa anche in casa Bluvacanze, network passato dagli 800 ai 480 punti vendita. “L'evoluzione è stata necessaria - ha spiegato l'a.d., Alberto Peroglio Longhin -. Avevamo agenzie molto più vecchie dello stesso progetto Bluvacanze, nate quando c'era la percezione che chiunque potesse entrare nel mercato e che ormai si trascinavano da anni".
Altro tema di capitale importanza, quello dei rapporti con i fornitori. Rapporti che, secondo Gattinoni, possono anche essere cambiati se l'obiettivo resta quello di assicurare al consumatore il prodotto migliore in circolazione. "Non credo nel modello del retailer puro, sulla falsariga dei concessionari. L'importante è dare al cliente quanto di meglio c'è sul mercato". Sulla stessa lunghezza d'onda Birondi. “Non si può essere troppo rigidi con i fornitori perché non esiste più il prodotto monomarca, a maggior ragione nel turismo, dove è sempre più difficile riuscire ad avere continuità con gli interlocutori”. E in definitiva, ha sostenuto il responsabile di Last Minute Tour, “verificare e trovare nuovi partner non contrasta con la fedeltà”.

Non nasconde l'interesse per gli operatori "anche piccoli, ma che cercano di fare sforzi nell'innovazione” Peroglio Longhin. Aziende da tenere sott'occhio con cui, ha riflettuto l'ad, “non si fanno i volumi più grandi", ma sono "importanti perché possono fare da traino a nuove tendenze" e "possono dinamicizzare il mercato".

Amina D'Addario

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