Fiavet contro Fiavet

Separati in casa. A volte si può stare sotto lo stesso tetto ma essere distanti centinaia di chilometri. Questi ultimi, nel caso di Fiavet, sono esattamente 516, ovvero quelli che separano Zagabria da Bologna.

Le ultime elezioni della Federazione avevano fatto emergere una spaccatura evidente: il testa a testa tra i due candidati Ivana Jelinic ed Ernesto Mazzi si era concluso con una vittoria di misura della prima (19 voti contro 17). E l’esito della votazione non aveva centro contribuito a dare un colpo di spugna alle tensioni interne che si erano create nell’ultimo periodo.

Nei giorni scorsi il segnale lanciato dai ‘dissidenti’ è stato forte e chiaro: nelle medesime ore in cui il Consiglio Nazionale si riuniva nella città croata, i rappresentati delle territoriali di Emilia Romagna Marche, Lazio e Lombardia, con la presenza a distanza di Fiavet Campania, si davano appuntamento nel capoluogo emiliano.

Quasi una sorta di ‘consiglio-ombra’, a fare da contraltare all’evento che parallelamente si stava svolgendo a Zagabria. E non c’è bisogno di essere maniaci del complotto per pensare che una mossa di questo tipo significhi molto di più di una ‘semplice’ assenza dal Consiglio Nazionale.

Le quattro territoriali in questione (che, è innegabile, rappresentano altrettante aree di peso per il settore del turismo, sia dal punto di vista incoming che outgoing) hanno voluto lanciare una linea alternativa a quella degli attuali vertici. L’elenco dei temi trattati durante la riunione di Bologna, elencati con precisione nella nota diffusa da Fiavet Lazio, può essere letto come semplice resoconto o come una vera e propria agenda alternativa.

Insomma, Fiavet si è messa contro Fiavet. Potrebbe essere l’inizio della resa dei conti, o forse no. Ma è chiaro che c’è una parte della Federazione che non è ‘fedele alla linea’ come recitava una celebre canzone di un gruppo punk (emiliano, per chi ama le coincidenze).

O forse, più semplicemente, è il mondo stesso dell’associazionismo che sta cambiando; e, come sempre quando si tratta di rivoluzioni, le battaglie sono inevitabili.

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