Gli agenti non temonoCarrefour, Lidl & Co.

“Ormai siamo abituati a essere sotto attacco”. Con questa battuta amara Luca Caraffini, amministratore delegato di Geo Travel Network, commenta il recente ingresso in forze nel mondo dei viaggi di nomi come Carrefour o Lidl. Una corsa dettata, come aggiunge il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi, “dal bisogno della gdo di aprire a nuovi business, considerata la situazione attuale della grande distribuzione”.

È innegabile, infatti, che il mondo dei supermercati abbia vissuto momenti più facili. Ed è questa la lettura del fenomeno che arriva da chi ha decenni di esperienza nel mondo del turismo: la gdo, messa alle strette, sta giocando la carta dei viaggi.

“Bisogna poi vedere le modalità con cui proseguiranno” precisa Caraffini. Il riferimento è ovviamente all’esperienza di alcune catene all’estero, che hanno lanciato veri e propri network (come ha fatto Carrefour in Francia e Spagna). Ma, almeno per il momento, l’avanzata sembra riguardare unicamente il mondo del web.

Una questione di prodotto
“Personalmente, trovo più preoccupante per le agenzie fenomeni come i pacchetti di viaggio delle Ota o delle compagnie aeree” interviene il presidente di Marsupio Massimo Caravita. Che aggiunge: “Ho guardato i cataloghi di viaggio della gdo: si tratta per lo più dello stesso prodotto che offriamo in agenzia (o per lo meno di proposte paragonabili), senza prezzi particolarmente eclatanti”. Insomma, con la gdo si può competere. Più difficile farlo con una compagnia low cost che ‘acchiappa’ il cliente nella fase di prenotazione del volo per poi trattenerlo anche con gli altri elementi del viaggio.

“Non vedo la gdo come un problema, almeno non nell’immediato - aggiunge il presidente di Fiavet nazionale Ivana Jelinic -. Non penso che la grande distribuzione possa dar fastidio alle agenzie di viaggi”.

Secondo Rebecchi, questo è dovuto anche alla tipologia di prodotto. “L’offerta della gdo nel turismo è di fascia medio-bassa: ovvero quella categoria cui le agenzie dovrebbero iniziare a non guardare più”.

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