Editoriale: Tour operator,innovare per ripartire

Bisogna innovarsi continuamente per trovare nuovi sentieri di business. Giunti a fine di questo complesso 2019 una parte del tour operating italiano deve fermarsi a riflettere. Su alcuni segmenti il modello di business sembra infatti segnare il passo.
A fronte di una parte del settore che cresce in termini di fatturato (e rivede utili di esercizio) vi sono altre realtà che arrancano.

Il 2019 è stato segnato da una serie di notizie e fallimenti di operatori che arriva, però, da lontano. Alcuni t.o. hanno scontato il fatto che lavorare su poche destinazioni espone molto di più alle crisi di passaggio. Altri, invece, con strutture poco flessibili non sono riusciti a rinnovarsi.
Per non parlare di quanto successo con la vicenda legata ad Arkus, che ha visto uscire dal mercato 3-4 tour operator nel volgere di poco tempo.

I nuovi meccanismi
Ma il mercato lascia ancora possibilità e spazi, a patto di lavorare su nuovi meccanismi. Lo conferma anche Sergio Testi, direttore generale di Gattinoni, che intervistato da TTG Italia dice: “Non basta più essere specializzati in certi prodotti. Serve innovazione continua e cambiamento evidente. Per esempio il tour operator piccolo e specialista deve essere molto leggero e pronto a svoltare a seconda dei trend di mercato. Il modello fermo al passato non ha futuro”.

Innovare a ciclo continuo
Testi si addentra poi nella struttura finanziaria, tema da sempre molto delicato. La scarsa capitalizzazione di tanti protagonisti ha limitato il raggio d’azione e rallentato le collaborazioni con gli istituti di credito. “Se le aziende non si capitalizzano hanno pochi margini di azione e capacità d’investimento bassissime. Si deve pensare a innovare a ciclo continuo per evitare di farsi schiacciare dalle Ota, che dispongono di uno scaffale infinito. Senza identità i tour operator non fanno strada” chiude Testi.

Il modello di business ha quindi ancora un futuro (a differenza di quanto detto e scritto sui grandi media nei giorni seguenti al crac Thomas Cook), ma sarà fondamentale essere pronti a ribaltare l’azienda.

Twitter@removangelista

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