Più viaggi, ma meno guadagniIl paradosso del turismo italiano

Gli addetti ai lavori lo dicono da sempre: non si diventa ricchi lavorando nel turismo, almeno in Italia. Anzi, si rischia di essere addirittura di guadagnare meno della media nazionale.

A fare i conti in tasca al settore dei viaggi organizzati è la Guida alle retribuzioni dei professionisti nella filiera del turismo realizzata da Spring in collaborazione con Job Pricing. Dopo aver analizzato 450mila casi in Italia, la conclusione amara è che in un anno i professionisti delle vacanze portano a casa fino a 3.600 euro in meno rispetto ad altri settori.

Una questione di Ral
Numeri alla mano, la retribuzione lorda annua media dei lavoratori nel comparto turismo e viaggi è di circa 27.226 euro, un valore inferiore alla media nazionale di circa 2.100 euro.

La differenza è democratica, nel senso che colpisce sia i quadri, le cui retribuzioni medie sono inferiori di circa 3.600 euro rispetto alla media nazionale, sia gli impiegati (3.100 euro la differenza).

Ampliando il discorso al mercato retributivo italiano nel suo complesso, gli ultimi anni sono stati di stagnazione: le retribuzioni di quadri e impiegati oggi sono poco sopra i livelli di cinque anni fa.

Va da sé che il turismo non fa eccezione: gli stipendi sono cresciuti nell'ultimo anno solo dello 0,4 per cento, con un trend negativo per gli impiegati.

Le contraddizioni
Eppure, i dati stridono con l'andamento del mercato: l'Italia è il quarto Paese più visitato al mondo e l'indotto generato dal turismo, dice un'indagine di Datatur, è pari al 13,1 per cento del Pil nazionale.

Inoltre, secondo la banca d'Italia tutti gli indicatori economici sono in crescita dal 2018.

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