Il crollo del Bsp Timori in agenzia

Aumenta la forbice fra i volumi del Bsp e le vendite di biglietteria aerea in adv. Nel 2011, infatti, il sistema di transazione delle agenzie Iata ha fatto segnare una flessione dell’1 per cento a livello nazionale, più marcata nel trimestre ottobre-dicembre (-6,5 per cento).

Un trend confermato dalla maggior parte delle agenzie di viaggi, che puntano il dito sul costante incremento delle vendite di low cost. Ma le no frills non sono il solo nemico: “È calato il business travel - si lamenta Daniela Di Molfetta, cotitolare della Tu Viaggi a Milano -: alcune aziende viaggiano meno; altre guardano con attenzione le tariffe più vantaggiose. C’è addirittura chi sceglie l’orario di partenza in base all’economicità del volo”.

Una situazione a cui la distribuzione non è abituata: il traffico business, infatti, è sempre stato garanzia di budget elevati. Un tempo l’imperativo delle aziende era puntualità e massimo comfort.

Il calo ‘fisiologico’
dei viaggi d’affari
“Ora cercano di adattarsi: chi viaggiava in prima classe o in business, ora sceglie l’economica - si rammarica Nina Passiu, titolare della Ichnos Viaggi a Oristano -. Questo ha prodotto un calo dei volumi del Bsp, perché il costo medio dei biglietti è sceso rispetto al passato”. Aggiunge la veronese Paola Alteri, responsabile business travel della Iantra: “Qualche azienda si è pure data al ‘fai da te’”.

Sul fronte del bt si registra quindi un mix di cause, che hanno prodotto una flessione delle vendite sulle compagnie di linea. Un trend che non sembra tanto semplice da invertire, anche se esiste qualche eccezione. “Per assurdo negli ultimi mesi alcune delle nostre aziende clienti viaggiano di più - spiega Graziano Macario, responsabile della biglietteria aerea della Graffiti Viaggi a Lovere (Bergamo) -. Volano nei mercati emergenti alla ricerca di nuovi clienti”. Però ammette: “Devo fare molta attenzione a trovare le tariffe più convenienti: è una loro esplicita richiesta”.

Vettori no frills
una spina nel fianco
Tra i motivi principali del calo del Bsp c’è la crescita del volato a basso costo, che “offre un numero maggiore di collegamenti e prezzi più competitivi”, sottolinea il leccese Marco Bello, responsabile della biglietteria della Viaggimania. “I clienti ormai sono attenti anche ai pochi euro in più o in meno - aggiunge Rossella Arcarese, banconista della Kaltour a Caltanissetta -. Preferirebbero le compagnie di linea, perché garantiscono maggiore puntualità e un servizio migliore, ma quando sentono i prezzi, optano per una low cost”.

Ultimamente, però, sono aumentate le offerte delle compagnie tradizionali. “Soprattutto sulle tratte internazionali - sottolineano Dana Hurdudelea e Maira Gasbarra, addette alle vendite rispettivamente della Dama Viaggi a Mantova e della Pollicino a Roma -. Di solito guardiamo prima le tariffe della linea: sulle tratte europee, a volte, riusciamo a soddisfare le richieste del cliente trovando qualche offerta”. Ketty Politi, direttore tecnico della Penny Tour a Vercelli, snocciola qualche dato: “Nel 2011 sulla linea abbiamo venduto tremila biglietti, stessa quantità dell’anno precedente; però il Bsp sul nazionale è calato dello 0,34 per cento e sull’internazionale del 6,50. Le low cost hanno registrato una crescita del 3 per cento sia sui collegamenti italiani sia su quelli europei”.

C’è però chi osserva dei risultati opposti: “Diversi clienti sono rimasti ‘scottati’ con le compagnie a basso costo e sono tornati alla linea, anche se pagano di più” dice Mario Bevacqua, titolare della Trimondo Viaggi a Catania.

L’opzione delle agenzie
Diventare consolidatori
Anche il Bsp della Etli Viaggi a Rovereto (Trento) è cresciuto nel 2011, addirittura del 30 per cento. “Ad aprile - spiega Giuliana Zandonai, responsabile dell’amministrazione dell’adv - abbiamo perfezionato una collaborazione per la fornitura di servizi con un’agenzia senza codice Iata”.

Trasformarsi in consolidatori potrebbe essere una soluzione percorribile per incrementare i volumi del Bsp, ma qualche agente storce il naso: “È rischioso - valuta Patrizia Fiore, banconista della Greenwich a Napoli -. Bisogna trovare un’agenzia seria e affidabile con cui collaborare, altrimenti potrebbero venire fuori spiacevoli sorprese”.

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