Shopping online, tutte le cifre di un exploit

C’è una notizia che più di altre dà la misura del gigantesco impatto del fenomeno ecommerce su aziende e consumatori: Ikea, che da sempre fonda il suo modello di business sui mega store periferici, ha annunciato che aprirà nei centri cittadini nuovi e più piccoli negozi che funzioneranno come punti di ritiro della merce acquistata online. L’Italia è uno dei primi Paesi dove il brand svedese testerà il nuovo format di distribuzione, e presto vedremo i primi pick-up point Ikea nei centri di Cagliari, Roma e Milano.

Del resto, dice Event Report citando le più recenti statistiche di GlobalWebIndex, sono ormai quasi un miliardo le persone che nelle 34 maggiori economie del mondo acquistano online almeno una volta al mese. In Cina sono 900 milioni, tanto per dare una dimensione, mentre l’Italia è il quinto mercato al mondo per Amazon, il più grande sito di ecommerce del pianeta.

Ad acquistare online regolarmente è oggi l’80 per cento degli utenti di internet, e il divario tra le generazioni si sta gradualmente riducendo: nel primo trimestre 2016 a comprare sul web è stato l’83 per cento dei consumatori tra i 25 e i 34 anni e il 75 per cento di quelli tra i 55 e i 64 anni.

Il fenomeno ecommerce fa emergere una serie di tematiche collegate, per esempio quella della privacy online: secondo GlobalWebIndex il 40 per cento di chi compra sul web cancella i cookies dal proprio browser e il 15 per cento usa software anti tracciamento, proteggendosi da pubblicità indesiderata ma impedendosi anche la possibilità di esperienze d’acquisto personalizzate.

Il 50 per cento di chi compra online lo fa tramite smartphone o tablet, ma la quasi totalità usa il computer per completare parte degli acquisti. L’approccio generale è quello multi-dispositivo, tanto che a livello globale il mercato dell’ecommerce non risulta dominato da nessun dispositivo specifico. I consumatori digitali usano i social media per informarsi sui prodotti (nell’ultimo mese lo ha fatto un quarto degli utenti Facebook, per esempio, cioè circa 325 milioni di persone), ma soltanto il 10 per cento è pronto a cliccare il pulsante “acquista” direttamente da un social network.

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