Tutti contro la riforma dei voucher

"Se la risposta alle difficoltà del mercato del lavoro italiano sta nelle indiscrezioni trapelate dal nuovo testo di legge in materia di voucher, non siamo nella giusta prospettiva. Sarebbe meglio allora affidarsi alla volontà popolare". Così Federalberghi prende una posizione netta sulla proposta di riforma dei voucher: piuttosto che prendere questa strada, meglio il referendum.

Le anticipazioni che stanno circolando sulla riforma dello strumento per il lavoro occasionale, infatti, almeno un pregio lo hanno avuto: quello di compattare il mondo del turismo. Tutti si stanno schierando contro la proposta di testo di legge che verrà ufficializzata martedì 14 e che, in estrema sintesi, prevede l’utilizzo dei buoni lavoro solo per le famiglie e per le aziende senza alcun dipendente. L’unica concessione alla stagionalità sembra essere quella riservata alle imprese agricole.

Una bomba per il mondo del turismo, in particolare per gli albergatori, che in questa maniera si troverebbero tagliati del tutto fuori da ogni possibilità di utilizzare lo strumento per il lavoro occasionale. “Regolamentare il lavoro accessorio è utile e doveroso per prevenire gli abusi – dice Federalberghi in una nota – ma da quel che si apprende, ciò che emerge è una disciplina ingiustamente punitiva e discriminatoria che rischia di consegnare all’economia sommersa la maggior parte delle prestazioni lavorative che oggi sono rese attraverso i buoni lavoro. Messa così, sembra quasi un regalo ai caporali”.

Ma l’associazione degli albergatori non è l’unica a far sentire la propria voce. Anche Confesercenti manifesta tutta la sua perplessità, sottolineando le necessità delle imprese del comparto turistico, oltre che quelle dell’organizzazione di eventi. “L’idea di riservare l’utilizzo dei buoni lavoro solo alle imprese senza dipendenti ridurrebbe l’accesso a questo strumento al 40 per cento delle aziende – dice l’associazione in una nota -, soprattutto nei settori del turismo, del marketing e degli eventi, che si trovano spesso a dover fronteggiare aumenti imprevedibili ma momentanei dell’attività”.

Per questo, conclude Confesercenti “serve una riforma che tenga conto dei reali bisogni delle imprese”.

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