Federalberghi Terme spinge per il rilancio del segmento wellness

La situazione di emergenza sanitaria insorta a causa del diffondersi del virus Sars-Cov2 in Italia ha richiesto l’adozione di misure di contenimento estremamente rigide e di forte impatto sul tessuto produttivo. I dati della Protezione Civile mostrano tuttavia che, ad oggi, la situazione si sta finalmente normalizzando, tanto da consentire la riapertura di quasi tutte le attività, purché nel rispetto delle disposte misure di sicurezza.

Nell’attuale condizione di riduzione continua dei contagi, si legge su Hotelmag, e pur sempre nella logica di contrasto alla diffusione del coronavirus, Federalberghi Terme, insieme ad altri portatori di interesse, quali Aquardens, Asmana, Qc Terme Spas and Resorts, Cascade Sand in Taufers, Itv Resort & Spa e Aisa (Associazione Italiana Saune & Aufguss), ha elaborato una serie di proposte per l’utilizzo sicuro delle saune aperte al pubblico, la cui fruizione collettiva è attualmente inibita. Il documento redatto su queste basi è stato inviato all’attenzione del Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza Covid-19, con l’auspicio che possa rappresentare un contributo utile alla revisione delle linee guida in vigore.

“Ripartire dal benessere e considerare essenziale la fruizione di alcuni presidi salutari anche integrati nelle strutture ricettive, è un segnale forte per la ripresa – ha commentato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca -. Una volta assicurato il massimo rispetto delle regole e una volta garantiti i criteri di prevenzione contro la diffusione di qualsiasi contagio, si potrà avviare un percorso verso la normalità”.

Sulla base della situazione epidemiologica corrente è ragionevole pensare, così come confermato dai pareri richiesti all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e al Centro Studi Termali Veneto Pietro d’Abano, quest’ultimo già coinvolto anche nella stesura dei protocolli nazionali per i Centri Termali, che, adottando le opportune misure di prevenzione il livello di rischio delle saune, si attesti su valori da molto bassi a trascurabili. L’ambiente caldo secco non si presta infatti alla diffusione del virus, risultando anzi del tutto inospitale alla sua sopravvivenza.

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