Opportunità di lavoro per le associazioni culturali: gestire gli Iat

L'attuazione del diritto e delle politiche dell'Unione Europea può apportare concrete opportunità di lavoro per le associazioni culturali, i cui associati spesso rivestono alte qualifiche nell'ambito della divulgazione culturale quali guide turistiche specializzate, laureati in storia dell'arte o in progettazione dei sistemi turistici.

Dall'altro i Comuni, specie quelli medio-piccoli, tuttavia con grandi potenzialità nell'ambito del turismo culturale, non hanno al loro interno le risorse umane per sviluppare i servizi di informazione ed accoglienza turistica tali da rispondere alle alte aspettative degli utenti né hanno  - come noto - le risorse finanziarie per assumere nuovo personale.

Ciò nonostante, la prassi attuale sta rivelando una concreta applicazione al livello locale di competenza, dei principi comunitari di attribuzione, sussidiarietà, proporzionalità, efficienza e partecipazione democratica nel proprio territorio.

In termini pratici, sempre più i Comuni considerano l'attività d'informazione e accoglienza turistica essere una articolazione strategica al fine di aumentare l'afflusso dei turisti che giungono nell'area comunale.

Convenzioni, protocolli d'intesa, avvisi perlustrativi sono i principali strumenti giuridici di diritto pubblico che i Comuni in quest'ultimo periodo stanno sottoscrivendo con le associazioni culturali le quali s'impegnano in cambio ad assumersi a proprio rischio la gestione degli IAT e la promozione dell'incoming sul territorio comunale.
Di norma tali atti complessi prevedono la dotazione da parte dell'ente locale di fondi di rotazione annuale a favore dell'associazione incaricata, la quale è vincolata a restituirla entro l'anno successivo di esercizio, traendo il proprio guadagno principalmente dai servizi di biglietteria e di visite guidate del bene culturale maggiormente attrattivo del territorio comunale da gestire (castello, villa, torre, monastero, mura, museo locale, ecc.) nonché in genere usufruendo del beneficio di utilizzazione dei locali di informazione e accoglienza a titolo di comodato gratuito.

Tali accordi, inoltre, si inseriscono perfettamente nelle legislazioni regionali che hanno riformulato completamente i requisiti di fondazione delle organizzazioni di gestione delle destinazioni (ex APT, DMO, ecc.), favorendo al massimo la cooperazione pubblico-privato e la tematicità dell'offerta rispetto alle delimitazioni geografiche amministrative, incluso l'inserimento delle associazioni culturali nella gestione diretta ed esclusiva dei servizi di IAT, anche in accordo con altri enti locali, pure appartenenti a differenti Province.

Ciò ovviamente determina il necessario adattamento del modello di convenzione fra le parti, in base alla legislazione regionale competente. La prassi comunque mostra una buona applicazione di tale strumento con risultati apprezzabili in termini occupazionali e di effettività della promozione turistica della realtà locali che hanno adottato tale modello di cooperazione (maggior afflusso di turisti, accordi di club di prodotto con con comuni limitrofi, ottimo riscontro dagli operatori turistici locali anche nella gestione congiunta di eventi e fiere).

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