La sharing economy degli alloggi turistici

Anche nel settore turistico online ormai da tempo l'economia della condivisione ha preso piede, rivelando in particolare nuovi profili giuridici nell'ambito dell'offerta delle strutture di alloggio extra alberghiero.

È opportuno evidenziare che le medesime legislazioni europee di settore, sia a livello statale sia a livello regionale come in Italia, già da tempo hanno aperto un varco alla possibilità di esercitare attività di accoglienza ricettiva anche non professionalmente, vale a dire non come attività di impresa, bensì saltuariamente e dunque non a titolo di principale fonte di reddito.

Non sono nuove le disposizioni che ammettono per i bed & breakfast che l'offerta sia effettuata anche da chi non è imprenditore, in alcuni casi addirittura con svincolo dal requisito della residenza per il gestore e senza limiti temporali massimi.
Similmente altre legislazioni stanno ampliando tale possibilità anche per gli affittacamere, sempre sotto forma non imprenditoriale.

Se dunque la tendenza del quadro giuridico europeo consente una gestione diretta non professionale e permanente per tali tipologie di offerta ricettiva, può essere utile andare a verificare, lì dove il fenomeno è nato vale a dire negli Usa, se tale sharing economy sia destinata a rafforzarsi o meno.

La prassi liberale americana dimostra a sorpresa che, nonostante la manifesta disponibilità dell'intermediario online fra l'offerente l'alloggio e l'ospite alla raccolta ed al versamento della tassa di soggiorno alle municipalità nonché come mezzo per far emergere pratiche abusive e combattere l'evasione fiscale, le competenti autorità di controllo di contro si sono comunque concesse un anno di osservazione (come nel caso dell'istruttoria avviata dal General Attorney dello Stato di New York a partire da maggio 2014) per verificare se la pratica da parte dell'intermediario online sia contraria al diritto della concorrenza nei confronti delle Olta e delle strutture ricettive imprenditoriali (soprattutto gli alberghi).

Alla luce di ciò, sarebbe auspicabile, nonché prevedibile, nel prossimo futuro un controllo da parte della nostra Autorità Garante della Concorrenza del Mercato, spesso intervenuta pesantemente e recentemente nel settore del turismo verso gli operatori nazionali, su tali intermediari delle sharing economies, soprattutto per verificare il rispetto del diritto della concorrenza.

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