Vacanze per tutte le stagioni

“La Croazia è aperta da Pasqua in poi”. Questo il messaggio che Branko Curic, direttore dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo, aveva lanciato a inizio 2017.
Un messaggio che la clientela della Penisola sembra aver recepito, a giudicare dal bilancio dei primi mesi. “Da gennaio ad aprile - sottolinea con soddisfazione il direttore - gli arrivi di italiani sono aumentati del 25 per cento rispetto allo scorso anno, mentre i pernottamenti hanno fatto registrare un ottimo 24 per cento in più. Un successo straordinario per noi, che puntiamo da tempo sulla destagionalizzazione”.  

Le tipologie di vacanza preferite
Lo scorso anno, infatti, su un totale di 1.150.000 arrivi di italiani ben il 45 per cento ha scelto il mese di agosto per le proprie vacanze in Croazia, ma qualcosa ora sta cambiando: “La focalizzazione sull’altissima stagione non è più così netta - spiega Curic -, grazie al buon riscontro di cluster quali la cultura, la gastronomia e il cicloturismo”.  

E sono proprio queste tre tipologie di prodotto le preferite dagli italiani per le vacanze di pre-stagione: “La meta più visitata in questo periodo - specifica il direttore - è Zagabria, mentre le regioni preferite rimangono, per la loro vicinanza all’Italia, l’Istria e il Quarnaro”. Regioni che rivestono un ruolo di primo piano anche nel progetto governativo di sviluppo della ricettività di fascia alta. “L’obiettivo - spiega Curic - è arrivare ad allineare tutta l’offerta alberghiera agli standard internazionali, spingendo soprattutto sui quattro stelle. Un percorso che l’Istria ha già compiuto, dal momento che lì gli alberghi di questa categoria sono più numerosi dei tre stelle”.

Una normativa rigida
In mancanza di una normativa europea, la Croazia si è dotata di una legge che stabilisce rigidi parametri per la classificazione alberghiera, procedendo nel contempo a incentivare gli imprenditori che intendano avviare opere di restyling in vista di un upgrading delle loro strutture.

“Gli incentivi fiscali per il turismo - aggiunge il direttore -agiscono anche sull’Iva che, nel nostro Paese, per questo comparto è al 13 per cento, mentre per gli altri settori è fissata al 25 per cento”. Tutte misure che testimoniano quanto l’esecutivo abbia a cuore un comparto che, come spiega Curic, per la Croazia “è ormai arrivato a rappresentare il 18,9 per cento del Pil nazionale”.

Stefania Galvan

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