Questione di esperienza

I cinesi sono interessati soprattutto al marchio e sono disposti a fare migliaia di chilometri pur di comprare il prodotto griffato. Gli americani sono più propensi ad andare alla ricerca di pezzi unici, magari creati da designer sconosciuti, rappresentativi dell’Italian style. I giapponesi, invece, preferiscono fare acquisti nelle vie dello shopping più tradizionali, piuttosto che nei villaggi del retail fuori porta.

In ogni caso, sia che si tratti dell’esperienza nei grandi store del centro o dell’incursione in un outlet dell’entroterra, sono sempre più numerosi i turisti che scelgono la loro destinazione in base alla possibilità di fare acquisti. Un fenomeno in ascesa che, secondo lo Shopping Tourism Italian Monitor elaborato da Risposte Turismo, porta ogni anno a Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia 1,5 milioni di visitatori.

E che, viste le dimensioni, ha spinto gli attori del turismo e del retail a trovare nuove modalità per attrarre chi è disposto a spendere. “I turisti stranieri - ha spiegato il ceo di Personal Shop, Antonella Cosenza, nel corso del convegno ‘Shopping Tourism. Il forum italiano’ tenutosi a Roma, di cui TTG Italia è stato media partner - hanno esigenze e abitudini diverse, ma vogliono sempre provare un’esperienza legata al territorio, capace di riflettersi anche solo nel modo in cui un pacchetto viene confezionato”.

Un’esperienza che va oltre il semplice acquisto e su cui oggi cercano di puntare sia esercizi commerciali, sia tour operator a caccia di big spender. “Ci sono negozi - sottolinea Cosenza - che per differenziarsi mettono a disposizione dei propri clienti personal shopper o consulenti di immagine. Ma, sempre più spesso, ci sono operatori che, all’interno del loro servizio, inseriscono l’esperienza dello shopping tour”.  

Un’opportunità oggi sfruttata anche dagli outlet. “L’offerta - evidenzia la regional marketing operation manager di McArthurGlen, Clara Petrone - si è evoluta con il tempo. Oggi si investe molto sulla capacità di intrattenere i visitatori, sulla formazione del personale e sulla differenziazione delle leve di marketing”.

Non sono da meno le stazioni che si sono trasformate in veri e propri shopping center. “La percezione degli snodi ferroviari - evidenzia l’amministratore delegato di Grandi Stazioni Retail, Alberto Baldan - è cambiata: oggi sono luoghi non più legati solo al viaggio, ma piazze integrate con la città, dove trovare servizi che hanno allungato la permanenza dei passeggeri”.

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