Turisti che comprano l'Italia

Dalle vetrine del lusso di via Monte Napoleone a quelle di via Condotti, fino ad arrivare alle decine di outlet village sparsi lungo la Penisola.
Sono le mete d’elezione di una fetta sempre crescente di turisti, soprattutto asiatici e russi, che oggi scelgono la destinazione sulla base della possibilità di fare acquisti.

Settore in numeri
Se, infatti, fino a qualche anno fa lo shopping era una componente accessoria della vacanza, quell’elemento di contorno legato magari all’acquisto di un souvenir, oggi sono 1,5 milioni i turisti che ogni hanno visitano Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia con lo scopo esclusivo di comprare un capo di un famoso marchio o quel prodotto artigianale rappresentativo dell’Italian style.

Un fenomeno di nicchia, ma in via di consolidamento che ha fotografato lo Shopping Tourism Italian Monitor 2017, lo studio elaborato da Risposte Turismo e presentato nei giorni scorsi a Roma in occasione di ‘Shopping Tourism. Il forum italiano’, appuntamento dedicato al fenomeno che ha avuto TTG Italia come media partner.  
Ma quanto spende chi arriva nelle cinque città italiane essenzialmente per fare shopping? Secondo l’indagine, 110 euro al giorno procapite, con un’alta concentrazione per abbigliamento (60 per cento), seguita da accessori e pelletteria (17,3 per cento) e prodotti di cosmetica e profumeria (3,6 per cento).

“Lo shopping tourism - ha sottolineato il presidente di Risposte Turismo Francesco di Cesare - vive in Italia un dinamismo piuttosto evidente. Si tratta di un fenomeno di nicchia, che può contare su una struttura dell’offerta abbastanza qualificata che, però, deve oggi essere resa più attrattiva sia attraverso il miglioramento dell’esperienza dello shopping, sia attraverso la creazione di itinerari e la facilitazione delle spedizioni”.

Margini di crescita
Evidenti, poi, i margini di miglioramento, visto che solo il 5,7 per cento del totale dei turisti nelle cinque città italiane prese in considerazione è oggi legato strettamente allo shopping.
“È un numero su cui si può incidere ancora molto, se pensiamo che c’è un 94,3 per cento che è condizionato meno dalla motivazione dello shopping, ma non è comunque insensibile a questa componente”.

A caccia di share
Indipendentemente dalla ragione del viaggio, la ricerca rivela infatti che tre turisti su dieci si informano sui luoghi dello shopping prima di scegliere una meta o destinazione della vacanza, mentre per quattro su dieci la possibilità di fare acquisti conta molto o abbastanza nell’esperienza di viaggio. Secondo lo studio, infine, Milano è la città con la maggiore quota di turisti che hanno nello shopping la motivazione principale del viaggio (15,4 per cento), seguita da Firenze (6 per cento) e Roma (3,8 per cento).

Lo shopping è un asset, quindi, da non trascurare, come rivela l’esperienza dello scalo di Fiumicino. “Chi viene in aeroporto lo fa per prendere un volo e non per fare shopping - spiega Raffaele Pasquini, head of marketing & business development di Aeroporti di Roma -. Per questo l’impegno di Adr è quello di lavorare su un ambiente che tradizionalmente genera stress e trasformarlo in una location per gli acquisti”.

Amina D’Addario

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