A che bell' ò cafè

Ci sarà probabilmente qualche provetto blogger d'Oltreoceano o qualche rampante marekting manager pronto ad accalappiarsi la paternità dell'idea. Ma la nuova moda che sta spopolando in Europa e, in misura minore, nel resto del mondo è davvero tutta italiana (e non è di certo nuova).

Si tratta del 'Suspendend Coffee' o meglio, abbandonando in fretta derive anglofone, del 'Caffè sospeso'.
L'usanza trova i suoi natali in quel di Napoli, nel secondo dopoguerra, quando nei bar della città i partenopei più abbienti lasciavano pagato un caffè in più per i meno fortunati. Di conseguenza non era caso raro vedere affacciarsi alle porte dei locali della città figuri di ogni sorta a chiedere "c'è un caffè sospeso?" e riscaldarsi anima e pancia con 'na tazzulella 'e cafè.

Forse quest'immagine di un'Italia dal cuore grande che non c'è più, nel capoluogo campano e in tutta la Penisola è stata dimenticata.

Ma nelle città europee, da Parigi e Londra, sino ad arrivare a Stoccolma, l'hanno raccolta bene e fatta loro in fretta.

Sguardo sognate, mente brillante e dito, sicuramente scattante (sul mouse), i punti di forza di John Sweeney, giovane irlandese che ha aperto una fanpage su Facebook capace di diventare una comunità globale di 80mila persone nel giro di poche settimane.

Un vero e proprio fenomeno virale dove i membri della community fanno a gara a raccontare le proprie avventure e le nuove esperienze in località inedite.

Storie di solidarietà ai tempi della crisi che non riescono però a superare l'imponente barriera delle Alpi e scendere a Sud nel Paese del Sole e del Mare.

A queste latitudini non ci si pensa minimamente a lasciare un caffè pagato a nessuno ma anzi, se possibile, si porta via al vicino anche la bustina di zucchero mentre è distratto o si cerca di ingannarlo leggendo il futuro sul fondo della tazzina.

Twitter @SGianuario

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