Airbnb come hotelStretta in Lombardia sugli affitti brevi

Offrite in affitto la propria casa su portali di home sharing? Dovrete registrare i turisti, pagare la imposte nazionali e riscuotere la tassa di soggiorno, proprio come fanno gli hotel.

Accade in Lombardia, dove è diventato realtà il primo tentativo di regolamentare il fenomeno dell’home sharing. La riforma del turismo approvata dalla giunta regionale prevede, infatti, un giro di vite per i proprietari dei 13mila appartamenti milanesi e 20mila lombardi presenti su Airbnb: da oggi saranno sottoposti a obblighi simili a quelli validi per gli alberghi.

La legge parla chiaro: oltre al dovere di pagare le tasse e versare in Comune l’imposta di soggiorno, gli affittuari non potranno mettere a disposizione la propria casa in modo continuativo, bensì solo occasionale, e potranno farlo con le seconde o terze case non con le prime.

Un provvedimento che gli albergatori salutano con soddisfazione: “L’auspicio - si augura Maurizio Naro, presidente dell’Associazione albergatori Milano - è che la legge metta ordine e renda più lineare la concorrenza”. Resta il problema del controllo, che diventa molto complicato dal momento che gli appartamenti da supervisionare sono migliaia. “Ci auguriamo però che questo avvenga, e che le nuove norme non siano lettera morta”.

Dal canto suo Mauro Parolini, assessore regionale al Commercio e turismo, spiega la necessità improrogabile di mettere paletti ben precisi per i proprietari in un settore in enorme crescita: “L’obiettivo è porre fine a una zona grigia - sostiene -. Riteniamo che il fenomeno dell’home sharing non possa essere ignorato, ma debba essere regolamentato”.

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