Airbnb non funziona: troppe perdite e nessun profitto

Il modello Airbnb sta per fallire? Forse no, ma certo l’espansione senza freni degli ultimi anni è destinata a una brusca frenata, frenata che può mettere in crisi il modello di business su cui si basa la piattaforma.

Questa, almeno, è la tesi di Repubblica, che affianca il portale di home sharing ad un altro colosso della sharing economy, quell’Uber tanto detestato dai taxisti. In sostanza, dice Repubblica, le due startup non fanno profitti: se il fatturato prodotto è sicuramente alto, (per il 2016 si stimano 1,7 miliardi di euro per Airbnb), altrettanto alte sono le perdite.

Ma tutto andrebbe bene se la capacità di espansione rimanesse vertiginosa come è stata finora. Un dato improbabile: sono molte le città che hanno approvato regolamenti sempre più stringenti per impedire agli host della piattaforma di ‘tenere aperta’ l’attività di affitto tutto l’anno. Londra ha messo un vincolo di 90 giorni, Parigi di 120, a New York e San Francisco si è scelta una strada diversa, impedendo ai proprietari di mettere in affitto più di un appartamento.

Gli esperti calcolano che queste limitazioni costeranno un calo di prenotazioni per un valore di 400 milioni di dollari.  

E non è l’unico colpo alla crescita. In molte città, infatti, Airbnb ha dovuto iniziare a trattare con le municipalità, assicurando il pagamento delle tasse. È probabile che agli host verrà, in seguito, richiesto il rispetto delle norme per l’ospitalità, con costi aggiuntivi e che quindi molti di loro troveranno antieconomico proseguire nell’affitto sulla piattaforma.

La minor crescita nell’offerta delle strutture sulla piattaforma potrebbe influenzare anche la raccolta di investimenti, e questo sarebbe il vero colpo al cuore per Airbnb.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana