Parity rate, primo passo avanti: il Senato approva il Ddl concorrenza

Dopo 18 mesi di iter, il disegno di legge sulla Concorrenza, che contiene all’articolo 61 la norma che abroga l’obbligo della parity rate fra Ota e alberghi, è stato approvato dal Senato.

Il passaggio nell’aula di Palazzo Madama ha però comportato alcune modifiche la testo originario del Ddl, cosa che comporta un ulteriore passaggio alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva.

“Quando la norma concluderà il proprio iter – dice Federalberghi in una nota -, i grandi portali di prenotazione alberghiera non potranno più impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali stessi”.

Un passaggio che, secondo l’associazione degli albergatori, porterà giovamento all’intero mercato. “Da questa norma – si legge infatti nella nota Federalberghi - trarranno giovamento i consumatori (che beneficeranno di prezzi migliori), le imprese (che potranno aumentare le vendite dirette) e l'erario (recuperando imposte che oggi vengono dirottate all’estero)”.  

Gli albergatori lamentano i tempi lunghi della politica italiana: “L’Italia procede al piccolo trotto, i competitor galoppano. Nel 2015, le clausole di parity erano vietate solo in Germania. Poi si sono aggiunte la Francia, l’Austria e la Turchia. Anche la Svizzera è a buon punto. Confidiamo – conclude Federalberghi - che la Camera dei Deputati provveda in tempi brevi all’approvazione definitiva della legge per colmare il divario che ci separa da alcuni dei nostri principali competitor”.

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