L'occasione del Pride per il mercato italiano: come accogliere i turisti Lgbt

Il 30 giugno si terrà a Milano la parata finale del Pride 2018, l'evento che celebra nel mondo l'orgoglio Lgbtq e che sempre più ha un impatto anche nel settore del turismo. Nel 2020 il capoluogo lombardo sarà host city della 37esima Convention Globale IGLTA sul turismo Lgbtq, appuntamento che metterà l'Italia sotto i riflettori richiamando influencer, media e delegati da tutto il mondo. E in vista del quale l'industria turistica della Penisola deve fare i conti con la capacità di accogliere al meglio un segmento che, secondo i dati Gfk, in Italia smuove ogni anno 2,7 miliardi di euro.

Se le grandi catene di hôtellerie dimostrano già un'attitudine pronta verso l'accoglienza di turisti con religioni, usanze e preferenze sessuali diverse, sono soprattutto le piccole e medie imprese a gestione familiare a faticare in questo senso.

I consigli di AccorHotels
"L'hotel deve essere sempre più un luogo dove si incontrano persone diverse e che fa di questa varietà un punto di forza", spiega Renzo Iorio, coo di AccorHotels Italia. Nel concreto, sottolinea il manager, bisogna lavorare perché "l'accoglienza sia sincera e non solo di facciata: ascoltate i clienti, monitorate i social, siate aperti alle diversità". Garantire una stanza con un letto matrimoniale anziché due singoli, evitare sguardi e battute, considerare due mamme con bambini al seguito una famiglia e non un gruppo di amiche, formare il personale in modo che i concierge sappiano consigliare locali gay friendly in zona.

Ma quel che più conta, in realtà, "è essere normali: deve essere la norma saper accogliere chiunque in hotel senza sforzi particolari".

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