Il commento del direttore
Remo Vangelista
"Non è un nuovo balzello a carico dei turisti, ma un contributo per migliorare i servizi e salvaguardare il patrimonio ambientale".
Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico, giustifica così la nuova tassa di sbarco che il suo partito, insieme a Sel e Partito dei Sardi, ha proposto per la Sardegna.
Difficile che i turisti la pensino allo stesso modo, dal momento che il contributo previsto nella proposta di legge sarebbe di 10 euro a testa, che i turisti dovrebbero sborsare al momento dell'arrivo sull'isola.
La tassa verrebbe richiesta per il solo biglietto di andata verso la Sardegna, o all'atto del pagamento del servizio, dalle compagnie aeree e di navigazione; dal pagamento verrebbero escluse le persone nate o residenti in Sardegna e chi arriva nell'isola per motivi di lavoro o di studio. Inoltre la proposta di legge prevede che paghino il balzello anche i turisti che non alloggiano in strutture ricettive, ma che beneficiano comunque dei servizi.
"L'istituzione del contributo regionale - commenta Anna Maria Busia (Cd) - garantirebbe un importante flusso di risorse ai comuni per la salvaguardia dell’ambiente naturale. Chi viene in Sardegna per godere del suo mare e del suo immenso patrimonio naturalistico non avrà difficoltà a versare un piccolo contributo. La stessa cosa accade a chi visita le principali città d’arte in Italia e in Europa".
La proposta di legge ha subito innescato un dibattito interno tra le forze politiche. Prima ad opporsi è Forza Italia: "Diciamo no alla tassa di sbarco per gli stessi motivi per cui ci siamo opposti alla tassa di soggiorno" dichiara Antonello Peru (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale. "Una simile iniziativa - prosegue Peru - rischia di annullare i benefici derivanti per esempio dalla tariffa unica sulla continuità aerea, che ha fato salire a 4 milioni i passeggeri sugli aerei sardi".
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