Fabio Lazzerini, Enit:“Ora serve velocità”

Ne parla con passione Fabio Lazzerini dell’Enit, e si vede lontano un miglio. Si percepisce che ci crede davvero e che sa bene qual è la strada da imboccare.  

Dal palco di Mezzogiorno di fuoco a TTG Incontri, intervistato dal direttore di TTG Italia Remo Vangelista, il consigliere delegato Enit non fa mistero di quali sono le falle di un ente “la cui reputazione era devastante”. Ma di certo non si scoraggia e nell’operazione di rilancio ci mette passione.

E dà una ricetta molto chiara per vincere la competizione globale : “Serve velocità”. Lo dice soltanto alla fine dell’intervista,sebbene il messaggio sia chiaro sin da subito.

I passi avanti
In questi “dodici mesi e otto giorni da quando abbiamo preso in mano la nuova Enit – ricorda – ci abbiamo messo la faccia, ma ora l'Agenzia è tornata a lavorare bene”. Con le regioni, con i mercati esteri, “ma anche con gli operatori” ribadisce Lazzerini.

A partire dall’area digitale, su cui l’Agenzia di promozione si impegna costantemente, “anche perché se ripenso al portale come era in passato mi vengono i brividi” dice Lazzerini senza troppi peli sulla lingua.

Altro punto su cui la situazione è “decisamente migliorata è il rapporto con le regioni”. Grazie anche al presidente Enit, Evelina Christillin, “donna di grandi relazioni e molto operativa”.

Personale e conti, nodi da sciogliere
Restano comunque ancora dei nodi da sciogliere: la questione del personale “per ragioni burocratiche è ancora da chiudere, perché attendiamo il ricollocamento dei dipendenti che hanno scelto di restare nel settore pubblico”.

Nel frattempo le manovre sul taglio dei costi sono state portate avanti, “con un forte risparmio anche sulle procedure, prima in mano alle singole sedi, ora centralizzate”.

Nel futuro di Enit, oltre alla velocità, ora c’è anche un altro tema strategico: cercare “un soggetto tra gli operatori turistici che sia abbastanza grande da poter rapportarsi con i big player stranieri” spiega Lazzerini. E che sia in grado di far vincere all’Italia la competizione globale. Che ormai è chiaro, corre veloce.

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