La delusione dei parchi a tema: “L’apertura il 1 luglio ci penalizza troppo”

La roadmap fissata dal governo Draghi per le riaperture lascia l’amaro in bocca ai 230 parchi di divertimento italiani, che vedono posticipato al primo luglio il via libera al ritorno all’attività.

Questa volta, dunque, a prendere la penna in mano è l’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, che si appella al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Maria Stella Gelmini, al ministro del Turismo Massimo Garavaglia, al ministro della Cultura Dario Franceschini e al presidente del Consiglio Mario Draghi, per segnalare lo sconcerto e la profonda delusione per la decisione.

"Disparità di trattamento"
“La disparità di trattamento rispetto ad altre categorie - dichiara Giuseppe Ira, presidente dell’associazione e del parco tematico Leolandia (nella foto) - è configurabile in una vera e propria concorrenza sleale, che genera rabbia e risentimento negli associati. Siamo trattati peggio delle sale giochi e delle altre attività al chiuso, inclusi i ristoranti, nei quali si sosta per ore senza mascherina. Le attività dei nostri parchi si svolgono sempre all’aperto, con ampi spazi a disposizione e sotto il controllo di personale preposto”.

E rivendica l’applicazione alla lettera dei protocolli di sicurezza: “Contingentiamo gli ingressi per evitare ogni rischio di assembramento - sostiene - e abbiamo predisposto severi protocolli di sicurezza che hanno già ampiamente dimostrato la loro efficacia lo scorso anno. Negli Usa i parchi sono stati aperti in febbraio, non appena è partita la campagna vaccinale, e in Gran Bretagna hanno deciso di riaprire subito i pub all’aperto e tutti i parchi di divertimento”.

"Probabili azioni eclatanti"
L’associazione chiede dunque a gran voce l’immediata equiparazione ai comparti merceologicamente simili “altrimenti - continua Ira - dovremo intraprendere azioni eclatanti. Siamo tra i primi settori ad essere colpiti dalla crisi e le aziende del comparto registrano in media una perdita dell’80%: quest’anno avremmo bisogno di una stagione più lunga, per contro la decisione del Governo condanna molti parchi all’impossibilità di aprire”.

I parchi si aspettano anche una presa di posizione da parte del ministro Garavaglia, “che abbiamo incontrato più volte e che ci aveva assicurato il suo impegno per il passaggio della categoria dei parchi sotto il Ministero del Turismo”. Formalmente, infatti, il settore rientra ancora nella categoria ‘Circhi e Spettacoli Viaggianti’ facente capo al Dicastero dei Beni Culturali, e da questo dipende quella che l'associazione definisce "inadeguatezza degli interventi predisposti a sostegno della categoria nel corso degli ultimi 14 mesi".

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