Il commento del direttore
Remo Vangelista
Lo stop del premier Mario Monti alla gara di Roma per aggiudicarsi le Olimpiadi del 2020 ha scatenato una ridda di polemiche sia negli ambienti romani sia a livello nazionale.
Le principali forze politiche che sostengono il Governo hanno avuto reazioni contrapposte: se il Pd ha sostenuto la decisione del Presidente del Consiglio, il Pdl ha condannato l'azione dell'Esecutivo. Ma chi è andato più sul pesante, complice l'amarezza di un'occasione sfumata per far crescere la Capitale, è stato il sindaco Gianni Alemanno. "Roma - ha detto Alemanno - andrà avanti, anche senza Olimpiadi. Ma si è persa una grande occasione di sviluppo: si sarebbero accelerati progetti indispensabili per la città". Il sindaco non ha dubbi: in questo modo "non si scommettere sul futuro dell'Italia".
Duro anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci: "I conti potevano farli prima – ha dichiarato -. Se in 7 anni un governo non può impegnare in tutto 4 miliardi, allora c'è da essere preoccupati". Pro e contro la decisione sul grande evento sono scesi in campo anche i rappresentanti nazionali di Pd e Pdl: Pier Luigi Bersani ha parlato di scelta di responsabilità: "Il Governo - ha sottolineato - ha preso una decisione meditata, che rispettiamo. L'importante adesso è che questa scelta venga letta come segno di responsabilità e non di sfiducia in noi stessi".
Dall'altro lato, invece, Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha dichiarato: "Reputo che la rinuncia a sostenere la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020 sia un grave errore. Sappiamo benissimo - ha osservato - che le Olimpiadi a seconda di come sono impostate e poi gestite possono essere un fattore di sviluppo o invece di dissipazione di risorse. A nostro avviso esistevano tutte le condizioni perché si verificasse la prima di queste due ipotesi".
Con l'uscita di scena di Roma, restano in gara Istanbul, Tokyo e forse Madrid.