Si riapre il tam tam sulle nomine all'Enit

Lo ha messo in primo piano proprio il ministro Gnudi. È ancora l’Enit il centro dell'attenzione e della curiosità. Dopo la nomina del presidente Celli, infatti, l’intenzione di focalizzare su Enit l’intera attività promozionale del sistema Paese rende ancora più forte la curiosità degli addetti ai lavori sul nome del futuro direttore generale.

E i protagonisti della corsa alla poltrona di Paolo Rubini si schermiscono e nicchiano. “Io sto collaborando con il ministro per alcune questioni” dice Daniel J. Winteler, ex a.d. Alpitour, sul quale si erano concentrate le voci di una possibile nomina.

A schermirsi è anche Joseph Ejarque, consulente turistico di diverse regioni italiane, uno dei nomi che ciclicamente ritorna quando si parla della poltrona di direttore di Enit. “Non sono stato mai neppure contattato da nessuno” dice.

Ma emerge anche la possibilità di un’ipotesi interna, e ricompare a sorpresa il nome di Eugenio Magnani. Pare, infatti, che le regioni stiano spingendo per  farlo tornare al ruolo che ricopriva prima di passare al dipartimento di Michela Brambilla, ma i problemi in questo caso non mancano. Dall’inizio dell’anno, infatti, Magnani è tornato negli Stati Uniti ad occuparsi della sede Enit Usa: un suo rientro a casa comporterebbe un bell’aggravio di spese sul bilancio dell’Agenzia.

Quello di Magnani non è, però, l’unico nome che circola fra i ben informati nel caso in cui si privilegiasse una soluzione interna all’Agenzia per salire sulla poltrona di d.g., ma, dicono i bene informati, i tempi non sono ancora maturi perché tutti escano allo scoperto.

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