Tassa di sbarco, la proposta delle isole minori

Le isole minori d'Italia lanciano la tassa di sbarco, proposta alternativa all'imposta di soggiorno. Inserendosi nella discussione di questi giorni, spinta dal varo del decreto sulle semplificazioni allo studio da parte del Governo, che fra le ipotesi prevede l'estensione della tassa di soggiorno a tutti i comuni, l'associazione nazionale dei comuni delle isole minori lancia una proposta differente. "Invece della tassa di soggiorno, troppo onerosa per i turisti che per raggiungere un'isola spendono già di più di trasporto, noi chiediamo una tassa di sbarco - spiega Giannina Usai, segretario nazionale dell'Associazione nazionale dei comuni delle isole minori (Ancim) -. Proponiamo di lasciar scegliere ai sindaci delle isole se mettere un'imposta di soggiorno, che fino ad ora nessuno di noi ha voluto porre perché penalizzante, o piuttosto quella di sbarco". Secondo l'associazione, infatti, la tassa di sbarco, calcolata su una cifra fra 1 euro e 1,50 euro, oltre a essere meno onerosa per i turisti è anche più positiva per il giro d'affari: va a colpire, infatti, il turismo 'mordi e fuggi' e non unicamente quello stanziale, che di fatto è più remunerativo per le destinazioni. Secondo i dati raccolti dall'Ancim nell'arcipelago delle Eolie si registrano, in media, 100mila arrivi al giorno nel periodo estivo, circa 2 milioni di turisti all'anno. All'Elba sono 2,5 milioni i visitatori che sbarcano ogni anno, ma solo 1 milione si ferma in strutture alberghiere con una permanenza media di 6 giorni. Capri, sempre secondo i dati raccolti dall'associazione isole minori, fa 2,5 milioni annui di arrivi, con circa 1 milione nelle strutture alberghiere.

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