Isnart: nei siti culturali il tasso di occupazione è maggiore

Il turismo culturale è una risorsa preziosa per il nostro Paese. A ribadirlo à l'Isnart, che conferma come il tasso di occupazione alberghiero sia maggiore nei siti Unesco rispetto alle altre location turistiche della Penisola.

Secondo l'Istituto, nel 2011, 2012 e nei primi sei mesi di quest’anno il toc negli alberghi all'interno dei siti Unesco è stato sempre nettamente più elevato, con poche eccezioni, in tutti i mesi. Le differenze maggiori, nell’ordine del 15-20 per cento, si sono registrate subito prima e subito dopo l’estate.

La comparazione dell’andamento delle vendite delle camere da gennaio 2011 a giugno 2013 nelle strutture collocate nei siti e in quelle nelle altre destinazioni conferma che questi ultimi riescono a destagionalizzare in maniera molto maggiore la domanda, con presenze proporzionalmente numerose anche in autunno e primavera.

Sempre secondo le ricerche dell’Isnart, nei siti Unesco più del 71 per cento delle strutture ricettive prevede il booking online, contro un 64 per cento di quelle collocate nelle altre destinazioni.

Maggiore diffusione delle tecnologie, dunque, e migliori competenze di gestione avanzata delle relazioni con i clienti. Un risultato, questo, che almeno in parte testimonia che l’opportunità derivante dal riconoscimento di patrimonio dell’umanità ha attivato dei processi di rafforzamento dell’offerta turistica finalizzati a sfruttare al meglio il prevedibile impatto che esso ha sulla domanda.

A fronte di questi dati positivi, non sembra però corrispondere un vantaggio quel che riguarda la spesa dei turisti. La differenza della spesa media sul territorio è di meno del 5 per cento; ancora minore, nel caso della spesa per alloggi. Maggiore è la spesa per il viaggio, a testimonianza che il differenziale di attrattività dei siti Unesco risulta particolarmente forte nel caso della domanda internazionale.

Il fatto di essere riconosciuto patrimonio dell’umanità rafforza la capacità del territorio di attrarre la domanda turistica, anche al di fuori dei tradizionali canoni della vacanza estiva; impatta però poco sulla sua capacità di stimolare la spesa del turista.

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