Venezia Terminal Passeggeri rilancia l'allarme: "Perderemo altri 150mila crocieristi"

Oltre 100 passaggi in meno davanti a San Marco, “con una perdita di 100-150mila passeggeri”, precisa Sandro Trevisanato, presidente della Venezia terminal passeggeri, a cui devono essere sommati i 446 dei traghetti spostati al nuovo terminal delle autostrade del mare di Fusina.

È questo lo scenario a cui deve far fronte Venezia a poco più di un mese dall’apertura del Seatrade di Miami, previsto per il 10 marzo, occasione durante la quale le compagnie di crociera programmeranno il 2015. “Alcune hanno già delocalizzato”, dice Trevisanato. Per questo la Vtp, la società che gestisce il porto crocieristico, non ha perso tempo e ha presentato il ricorso al Tar chiedendo la sospensiva, che dovrà arrivare prima dell’appuntamento americano.

“Il danno esiste già oggi perché le limitazioni ci portano in controtendenza rispetto agli ultimi anni in cui siamo diventati il primo home port del Mediterraneo - spiega il presidente della Vtp -. Nel 2015 la situazione diventerà drammatica perché con il limite delle 96mila tonnellate rischiamo di lasciar fuori il 60 per cento dei passeggeri con ripercussioni sull’occupazione e sull’indotto”.

L’elenco delle navi escluse quest’anno non c’è ancora, anche se le indicazioni della Capitaneria sono state abbastanza chiare: con ogni probabilità saranno escluse le crociere costruite prima del 1992 e comunque le navi più vecchie.

E così le prime ripercussioni già si vedono: la Preziosa, ad esempio, il prossimo anno andrà a Genova, anziché a Venezia. E Vtp stima per il 2014 una perdita di 82,5 milioni di spesa diretta locale e dell’indotto, con la conseguente perdita di ottocento occupati. A partire dal 2015 a rischio 260 milioni e 2550 licenziamenti.

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