Tassa di soggiorno: tutti contro l'aumento

Coro di no all'ipotesi di aumento della tassa di soggiorno a Roma. Da Federalberghi e Fiavet arrivano le ultime proteste in ordinedi tempo all'idea di raddoppiare la cifra da sborsare da parte dei turisti.

"L'aumento dell’imposta proposto dal sindaco Ignazio Marino - commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi - se attuato potrebbe avere effetti disastrosi sul turismo non solo della Capitale ma dell’intero Paese".

Tra i timori dell'associazione, quello che si possa diffondere uno spirito di emulazione nel resto della Penisola, ma anche che le imprese del ricettivo siano sempre più colpite e appensantite dalla tassa.

"Chiediamo che il ministro del Turismo Dario Franceschini si schieri in prima persona - aggiunge Bocca - per cancellare in tutta Italia questa imposizione priva di una regolamentazione univoca e che colpisce gli alberghi che pagano le tasse e producono ricchezza e occupazione per l’intera economia nazionale”.

In casa Fiavet Lazio, intanto, il presidente Andrea Costanzo spiega: “Così andremo incontro solo ad una diminuzione del numero delle notti di soggiorno con grave danno per  tutti gli operatori turistici e per l’indotto dell’intero territorio. Il turismo necessita invece di progetti di alto profilo finalizzati ad incrementare i flussi turistici in entrata e non a penalizzarli”.

“L'aumento – aggiunge inoltre Costanzo - ricadrebbe sulle spalle delle aziende e non sui turisti perché gli operatori hanno già contrattualizzato i pacchetti e i clienti non sono certamente disposti a pagare di più”.

L'imposta sui turisti italiani e stranieri è applicata, attualmente, in circa 500 Comuni, che, complessivamente, pesano per il 52,5 per cento delle presenze turistiche totali.

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