Etc: "Visti troppo complicati, l'Europa perde quota"

“L’Europa sta perdendo quote di arrivi a livello mondiale e il nostre regime dei visti è uno dei fattori che contribuisce a questo declino”.

È impietosa l’analisi che Peter De Wilde, presidente della European Travel Commission (Etc), ha fatto al Wtm intervenendo sul tema delle potenzialità dei mercati extraeuropei per il Vecchio Continente.

L’Etc stima che a richiedere il visto sia stato il 56 per cento dei visitatori provenienti da questi Paesi e, secondo l’Unwto, le regole per l’ottenimento del documento nel nostro continente sono tra le più restrittive del mondo.

Un nuovo regime in materia apporterebbe, secondo le stime Etc, un beneficio di oltre 144 miliardi di euro in entrate valutarie e 615mila nuovi posti di lavoro entro il 2020.

Tra le iniziative concrete attuabili in tempi brevi quelle annunciate da Mark Henry, vicepresidente e coordinatore della commissione di lavoro organizzata da Etc in materia, che ha parlato innanzitutto dell’adozione di ‘best practice’ quali la semplificazione dei processi per l’application, la riduzione delle tasse d’iscrizione e l’allungamento della validità del visto.

Secondo David Goodger, direttore di Tourism Economics, l’adozione di queste pratiche da sola genererebbe 3,4 milioni di arrivi in più dai dieci mercati prioritari per l'Europa: Cina, Russia, India, Turchia, Indonesia, Bielorussia, Tunisia, Arabia Saudita, Sudafrica e Thailandia. “Ciò - aggiunge - comporterebbe un totale di 18,3 miliardi di euro di spese turistiche aggiuntive entro il 2020 e 95mila nuovi posti di lavoro”.

Offrendo, poi, nuovi tipo di visto, come ad esempio il visto elettronico e quello da ottenere all’arrivo in aeroporto, l’onere per i viaggiatori si ridurrebbe ulteriormente e l’impatto stimato entro il 2020 sarebbe di 8,5 milioni di arrivi in più dai dieci mercati esaminati.

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