L'Etoa si scaglia contro i visti per i turisti Usa in Europa

“A prima vista questo sembra un atto di stupidità sconvolgente”. Non usa mezzi termini Tom Jenkins, ceo di Etoa, nello stigmatizzare i rumors secondo i quali i Paesi dell’Unione europea potrebbero rendere obbligatorio il visto per i cittadini residenti negli Stati Uniti e in Canada.

Una mossa che potrebbe essere interpretata come la risposta alle discrepanze di trattamento che gli Usa riservano ai singoli Paesi del Vecchio Continente. Allo stato attuale, infatti, gli Stati Uniti offrono schemi di esenzione del visto a tutti i membri della ‘vecchia’ Unione europea, ma richiedono differenti criteri d’ingresso ai cittadini provenienti da Romania, Bulgaria, Croazia, Cipro e Polonia.

“Noi - specifica Jenkins - crediamo che si debba rimediare a questa discrepanza, ma imporre restrizioni ai visitatori nordamericani sarebbe sbagliato”.

Il valore del turismo dal Nord Anmerica per l’Europa, ricorda il ceo di Etoa, è pari approssimativamente a 60 miliardi di dollari, “una cifra equivalente, per importanza, a tutto il valore delle esportazioni dell’industria automobilistica europea. È tutto interesse dell’Europa garantire che questo mercato continui a viaggiare entro i suoi confini”.

Per quanto riguarda l'Italia, come specificato sul sito della Farnesina dedicato ai visti, i cittadini statunitensi che intendano entrare nel nostro Paese per turismo fino a un massimo di 90 giorni non hanno bisogno di un visto d’ingresso e possono varcare i confini nazionali con il passaporto valido per almeno tre mesi dopo la data prevista per la partenza dallo Spazio Schengen.

Ovviamente all’ingresso in Italia le autorità di frontiera potranno richiedere al visitatore di esibire la documentazione che giustifichi i motivi e la durata del soggiorno in Italia.

Stefania Galvan

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