Trump e i visti per gli Usa, ecco quello che c'è da sapere

L'Ordine Esecutivo con cui Trump ha deciso di bloccare l’ingresso, negli Stati Uniti, ai cittadini di Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen non ha ripercussioni sul Visa Waiwer Program, che consente ai cittadini della maggioranza dei Paesi europei di entrare negli Stati Uniti senza l’obbligo di visto.

Trump, infatti, non lo ha sospeso, mentre invece ha fermato per ora il Visa Interview Waiwer Program, ossia il provvedimento che, nel caso di rinnovo del visto, permetteva ai cittadini stranieri di evitare il colloquio con le autorità diplomatiche americane.

"Stiamo lavorando con i vettori"
Intanto una nota del Department of Homeland Security intende mettere la parola fine alle polemiche e ai disagi dei giorni scorsi negli aeroporti Usa in seguito al decreto di Trump.
“Stiamo lavorando - spiega il Dipartimento - a stretto contatto con le compagnie aeree per avvisare in anticipo i viaggiatori dei Paesi interessati, in modo che evitino di salire a bordo dei voli internazionali per gli Stati Uniti”.

D’altro canto Reince Priebus, capo di Gabinetto, ha detto che l'Amministrazione “non ha niente di cui scusarsi” e ha negato che ci sia stato il caos negli scali nazionali e internazionali.  
“Il Governo degli Stati Uniti - riferisce un’altra nota del Department of Homeland Security - mantiene il suo diritto di revocare i visti in qualsiasi momento, se necessario per garantire la sicurezza pubblica”.

"Meno dell'1% di viaggiatori interessati"
Il Dipartimento sottolinea come, ogni anno, entrino negli Stati Uniti circa 80 milioni di viaggiatori internazionali: “L’Ordine Esecutivo del presidente Trump - sostiene - interessa meno dell’1% degli oltre 325mila viaggiatori che arrivano ogni giorno via aereo ed è il primo passo per ristabilire il controllo sui confini americani e la sicurezza nazionale”.  

Da parte sua lo stesso Trump in una nota ufficiale definisce la sua politica “simile a ciò che fece, nel 2011, il presidente Obama quando sospese per sei mesi i visti per i rifugiati provenienti dall’Iraq. I sette Paesi nominati nell’Ordine Esecutivo sono gli stessi precedentemente identificati come fonte di terrorismo dall’amministrazione Obama”.

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