Stati Uniti, Cina e la questione dazi: le conseguenze per il turismo

Il braccio di ferro nei rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti si fa sempre più serrato. E il settore destinato a diventare il campo di battaglia di questa 'trade war' è quello turistico.

Stando ai dati rilasciati dallo U.S. Commerce Department, i 2,97 milioni di visitatori cinesi che hanno visitato gli Usa nel 2016 hanno speso circa 33 milioni di dollari. In caso di chiusura, i ridotti flussi turistici dal Paese del Dragone verso il nuovo continente provocherebbero un danno significativo al mercato a stelle e strisce.

Gli effetti dell'aumento dei dazi imposti sull'import cinese si stanno già adesso manifestando sul turismo, tanto che da inizio luglio, tramite un comunicato dell'Ambasciata Cinese, i turisti provenienti da Oriente sono stati messi in guardia. "La sicurezza pubblica americana non è sufficiente, sparatorie, furti e rapine sono frequenti", si legge nel documento. Una precisazione che potrebbe incidere in maniera significativa sulla volontà di recarsi oltreoceano.

Ma questo non sembra spaventare eccessivamente la Casa Bianca. Secondo i calcoli, sarebbe infatti emerso che i presunti 33 milioni di dollari in ballo,  non deriverebbero solamente dai turisti. Si parlerebbe infatti di una spesa pro capite di 11mila dollari: sembrerebbe dunque più ragionevole pensare che alla cifra totale contribuiscano investimenti e movimenti di capitale di altra natura.

E così, mentre il duello trade tra Washington e Pechino va avanti, l'industria del turismo respira senza troppe preoccupazioni, sebbene i vari risvolti della questione dazi non rappresentino una buona novella per gli stakeholder del comparto d'Oltreoceano.

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