Medio Oriente, come cambia lo scenario turistico

L'uccisione del leader iraniano della Quds Force, Qasem Soleimani, ha fatto tremare il mondo e ha insinuato dubbi sulla sicurezza nell'intera regione. I prezzi del petrolio sono saliti. Secondo l’interpretazione di Davide McGuinness, fondatore del t.o. Travel The Unknown riportata da TTGmedia, lo scenario è più complesso del previsto.

I flussi turistici in Iran
Il numero di turisti in Iran è cresciuto enormemente tra il 2012 e il 2016, ma ha iniziato a diminuire negli ultimi anni. “L'Iran  - spiega McGuinnes - era la nostra destinazione numero uno nel 2016, ma il 1 gennaio 2020 non avevamo alcuna nuova prenotazione”.
In effetti, il calo dei flussi in Iran era cominciato ben prima della crisi degli ultimi giorni con gli Stati Uniti, complici la debacle dell'accordo nucleare e i sequestri di navi.
“Tuttavia, i turisti in viaggio con noi in Irannei primi giorni di quest'anno si sentivano totalmente al sicuro e non vi era alcun rischio evidente all'interno del Paese. Anche il Foreign and Commonwealth Office non sconsigliava i viaggi  in Iran".  Dopo il 3 gennaio, l’Fco ha tuttavia sconsigliato tutti i viaggi. Ha inoltre preso atto del rischio di instabilità nella regione che comprende ad esempio Turchia, Giordania, Oman, Libano, Azerbaigian.
Tuttavia, la risposta iraniana si è dmostrata più misurata rispetto a quanto atteso e le prospettive per la regione sembrano in qualche modo migliorare.

Via della Seta in crescita
D'altro canto, un rallentamento per il Medio Oriente potrebbe servire da trampolino di lancio ad alcuni paesi a est, lungo la Via della Seta nell'Asia centrale. La regione del Caucaso o anche Georgia e Armenia potrebbero crescere ancora in seguito al rallentamento del Medio Oriente.

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