Alberghi: non si arresta la stagnazione negli investimenti

Investimenti nell'hotellerie italiana in caduta libera. In soli due anni, la cifra investita nel settore è passata dal miliardo di euro del 2007 ai 224 milioni del 2009. E il presente è ancora lontano dal potersi definire roseo. Lo stato di salute dell'imprenditoria alberghiera del Belpaese è stato il tema centrale del forum 'Alberghi, anno zero', organizzato da Unihotel Franchising-Federalberghi durante l'Expo Italia Real Estate, in svolgimento a Milano in questi giorni. Claudia Bisignani, vice presidente della Jones Lang LaSalle Hotels e Marco Zalamena, direttore della Divisione Cushman & Wakefield Hospitality, hanno sottolineato la necessità di progetti e studi di fattibilità seri per fare ripartire la progettualità alberghiera. Ma per ritornare a crescere, sono essenziali una normativa unitaria e una seria disponibilità delle banche. "Il valore immobiliare di un albergo - sostiene Walter Pecoraro, presidente di Unihotel Franchising - è la capacità di generare reddito e non rendite. I costruttori e il sistema bancario dovrebbero ragionare secondo questa ottica". Dal fronte bancario giungono spiragli di apertura, ma la questione rimane aperta. "Gli studi di fattibilità - replica Stefano Melazzini, responsabile Settori Specialistici del Medio Credito Italiano - devono evidenziare i valori economici, ma anche quanti debiti l'investimento immobiliare alberghiero può ripagare e in quanto tempo. Se il progetto si innesta nel territorio e ha conti trasparenti, può anche ricevere un credito che supera i 20 anni".

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