Thomas Cook e Tui prossimi ad alleanze con le low cost

Il futuro del tour operating europeo guarda alle alleanze con i vettori low cost. Ed è su questa strada che viaggiano Thomas Cook e Tui, almeno stando a un'analisi pubblicata da 'The Economist'. Secondo l'autorevole testata, infatti, i grandi gruppi turistici sarebbero alla ricerca di accordi commerciali vantaggiosi sotto il profilo economico: un'alleanza tra i t.o. europei di grandi dimensioni e il settore a basso costo sarebbe giustificata, secondo l'Economist, dai costi operativi sempre più elevati e dall'incertezza rappresentata dalla volatilità del petrolio. Per esempio, Tui, che ha una flotta di 143 aeromobili, quest'anno vedrà aumentare del 30% i costi carburante. Resta, in ogni caso, da rivedere, il modello generale degli operatori turistici: è l'opinione di Morgan Stanley, sostenendo la necessità, urgente, di ripensare i modelli di business. Colossi come Thomas Cook e Tui, puntualizza la società finanziaria, "hanno costi fissi troppo alti e sono  obbligati a prenotare e pagare voli e camere d'albergo con mesi di anticipo, pagare anche se un vulcano erutta, o se un Paese subisce una rivoluzione".

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