11 settembre 2001: i racconti dei lettori

L'11 settembre nei ricordi del trade. Questo spazio oggi è dedicato proprio ai racconti degli attori della filiera turistica che 10 anni fa hanno vissuto l'evento che ha cambiato il mondo e ha modificato totalmente il settore turistico e il modo di viaggiare, imponendo nuove regole di sicurezza in particolare nel mondo del trasporto aereo. Potete inviare il vostro ricordo in 10 righe alla mail redazione@ttgitalia.com.

"Di fronte a una tragica realtà"

Avevo pensato a uno scherzo, di cattivo gusto, ma che scherzo rimaneva. Ma le immagini degli aerei che si infrangevano contro le Torri Gemelle ci spinsero in un batter d'occhio di fronte alla tragica verità. Qui si mette male fu il pensiero che seguì. Avevo appena iniziato il processo di riorganizzazione aziendale in Boscolo Tours e capii subito che si trattava di un fatto pesantissimo, di matrice terroristica che avrebbe avuto un impatto enorme, non solo sulla vita professionale. L'11 settembre ha rappresentato il primo vero attacco alla sovranità statunitense, compromettendo così gli interi equilibri mondiali. Niente sarebbe più stato come prima, tantomeno l'industria del turismo e i protagonisti del trade italiano lo capirono subito. Per noi accadde di tutto le problematiche si susseguirono una dietro l'altra, con una reazione a catena che, per un paio di mesi almeno, immobilizzò il mondo.

Renato Scaffidi, d.g. Marevero, ne 2001 in Boscolo Tours


"La rivoluzione nel business travel"

Ero a Milano per il primo consiglio di amministrazione che certificava la nascita della società. Davanti alla televisione, ha visto i volti dei colleghi americani sbiancare. La sede di American Express era vicinissima al luogo dell'attentato; quel giorno abbiamo perso dei colleghi. È cambiato il mondo. Insieme al mondo, è stato rivoluzionato anche il turismo, in special modo quello business. La rivoluzione del bt è passata attraverso la mutazione del mercato. È stato un decennio di cambiamenti radicali. Pensiamo alla rivoluzione digitale: è nato e si affermato l'e-commerce, sono cambiati i modi della distribuzione, con l'avvicinamento del consumatore alle fonti. La stessa nascita delle compagnie aeree low cost si può far risalire all'11 settembre. Sono falliti molti vettori ed è stato il decennio delle grandi concentrazioni. Un panorama che ha mutato radicalmente i rapporti con i fornitori per il business travel, perché il mercato si è in qualche modo ristretto, spinto dalla pressione sui margini sia per le aziende buyer che per l'industria dei viaggi. Nel solo business travel italiano si è passati, in un decennio, da circa 50 imprese a 20 agenzie specializzate.

Luca Patanè, presidente Uvet Amex


"Italia protagonista nella ripresa"

Mi ricordo bene quel giorno. Era un martedì mattina, avevo accompagnato i miei figli a scuola. Arrivato al Rockfeller Center, dove c'è la sede di New York dellEnit, in ascensore sento parlare di questo aereo schiantato su una delle torri. Ho pensato a un incidente. Ma non lo era. New York era diventata improvvisamente una città fantasma. Ricordo i fiumi di persone che a piedi risalivano dal Sud di Manhattan. Una scena impressionante. Poi è arrivato il tempo della ricostruzione, della rinascita, della fiducia. Come Italia siamo stati protagonisti della ripresa dei viaggi verso l'Europa. Siamo stati scelti per presiedere la European travel commission, perché siamo la destinazione che più di altre avrebbe potuto riportare negli americani la voglia di viaggiare verso l'Europa. Un lungo lavoro, anche con le compagnie aeree, per far rinascere le rotte verso il Vecchio Continente; e oggi resta un senso di fragilità globale, nel mondo dei viaggi. Ma il desiderio di non darla vinta, di continuare a vivere prevale.

Eugenio Magnani, nel 2001 direttore ufficio Enit New York


Un ricordo netto

Si è scritto molto su questo evento tristemente epocale di 10 anni fa: forse troppo... o forse troppo poco e soprattutto ancora non tutto, visto che restano aperti molti punti interrogativi. Io sono salito due volte, a distanza di qualche anno, sulle Torri Gemelli e ancora oggi, quando chiudo gli occhi e ripenso a quei momenti trascorsi sulla terrazza della torre aperta al pubblico, arrivano i brividi lungo la schiena: riesco - quasi...! - ad immaginare cosa devono aver provato le persone che si sono trovate là nel momento dello schianto dell'aereo. La cosa strana è che praticamente tutti si ricordano dove erano e cosa stavano facendo in quel preciso momento, come una fotografia tenuta nel portafogli che vedi ogni volta che lo apri.
Io alle 15.15 dell'11 settembre 2001 ero in macchina verso l'ufficio: appena uscito dal commercialista, ho acceso l'autoradio e ho sentito la notizia: all'inizio credevo fosse una strana storia raccontata dai dj, invece, dopo pochi secondi, ho capito che era un tentativo di cronaca in diretta, con un mix di informazioni confuse che arrivavano dalla rete e dalle televisioni, che pochi minuti dopo hanno fatto anche vivere in diretta il tragico momento dello schianto del secondo aereo sulla seconda torre. Da allora ci siamo accorti che dobbiamo convivere col terrorismo. L'ottimismo tipico degli americani e degli occidentali in genere da quel momento si è trasformato in paura e pessimismo; a gran fatica si sta cercando di tornare ad una vita serena, ma dimenticare è impossibile e non sarebbe nemmeno giusto. Adesso è il momento del ricordo e delle commemorazioni, sperando che i grandi della Terra riescano a darci un mondo migliore.

Stefano Crugnola, titolare di Camaleonte Viaggi, Binasco


Le reazioni della distribuzione

Dopo il primo impatto emotivo e tornando con i piedi per terra abbiamo subito dovuto pensare al nostro mondo dei viaggi, del turismo e del business travel e ci siamo resi conto che le ripercussioni avrebbero potuto essere devastanti. Intanto sarebbe cambiato tutto nel trasporto aereo e il panico generato aveva azzerato la voglia di volare: era un colpo al cuore del sistema turismo. Si rese subito necessario compattare le fila per cercare di rendere l'impatto meno duro possibile. I danni però erano enormi e decidemmo di fare una manifestazione a Roma per cercare l'appoggio e il sostegno economico delle istituzioni. Fu un buon successo, riuscimmo ad arrivare fino alla vicepresidenza del Consiglio, ma quando si passò dalle parole ai fatti i risultati furono scarsi. Il settore, in particolare nelle agenzie, dimostrò comunque una buona tenuta e ci rimboccammo tutti le maniche. Un mese dopo abbiamo organizzato un viaggio a New York e andare a Ground Zero e vedere il cratere è stato come ricevere un pugno nello stomaco. La città però era assolutamente viva e quello che però mi fece impressione era vedere il mare di bandiere di ogni dimensione e posizionate ovunque che riflettevano la voglia di riaffermare la voglia di essere vivi e di essere americani.

Antonio Tozzi, presidente Fiavet nel 2001


"Tornerò a Ground Zero"

Faceva caldo, e come tutti i giorni, prima di entrare in agenzia alle 15, sono al bar a bere un caffè. Ricordo perfettamente: sono entrata, ho salutato Gigi il barman, unico personaggio presente in un assolato pomeriggio di fine estate. Guardava la tv, appesa all'angolo, e con un filo di voce mi dice: "Ma cosa sta succedendo in America?". Mi avvicino, alzo gli occhi, la borsa e gli spiccioli per il caffè cadono a terra. Resto senza fiato. Non capisco se è il trailer di un nuovo film o se è tutto vero. Troppo realistico per essere il set di un film. Rimango lì ancora un ora per capire chi ha sconvolto il mondo. Chiamo mia sorella in vacanza in un Paese arabo. È sorpresa di quanto le dico, lei è in spiaggia, ma ha assistito ad una 'inconsueta' esplosione di gioia, da parte araba. Tutti cantavano, ballavano, inneggiavano "Abbasso l'America!". E da quel momento è stato tutto più difficile, sempre e solo in salita. Ma sono qui, per dire alle persone che il mondo è meraviglioso, va scoperto e amato. Viaggiare sempre, senza confini. E tra un mese tornerò a Ground Zero, come sto facendo quasi tutti gli anni. Per non dimenticare.

Daniela Maruti, titolare di Piper Viaggi, Soresina

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