Investimenti in America Latina: il diktat delle società europee

Sicurezza socio-politica, infrastrutture moderne e standard ricettivi adeguati. Questi i tre diktat che le imprese europee impongono all’America Latina, e che la regione dovrà accettare per poter continuare ad attrarre gli investimenti del Vecchio Continente, anche sul fronte dell’industria turistica.

È inequivocabile il messaggio emerso durante il World Economic Forum dell’America Latina e sintetizzato da Marisol Argueta de Barillas, senior director del Wef per l’area: “Le imprese europee - dice - riconoscono il potenziale della regione, ma la sfida ora è sulla collaborazione dei Paesi per rispondere alle esigenze dei mercati internazionali”.

Dopo l’esperienza negativa di alcuni Stati, reduci dalle dolorose crisi economiche del passato, secondo Argueta de Barillas l’America Latina è ora “in una situazione privilegiata, con uno stretto controllo fiscale, della spesa pubblica e dei livelli di debito. Tuttavia, deve fare uno sforzo maggiore sul fronte delle infrastrutture oltre che, a livello macroeconomico, sul maggiore commercio intraregionale”.

Il forum si è svolto a Puerto Vallarta, in Messico, e si è aperto proprio con l’appello del presidente Felipe Calderón alle società della regione: “Il percorso futuro dei Paesi latinoamericani - ha sottolineato - passa attraverso il commercio e gli investimenti. Dobbiamo creare incentivi per gli investitori e dire no alla tentazione del protezionismo”.

Particolarmente urgente, soprattutto per quanto riguarda il comparto turistico, è ripristinare un clima di fiducia anche sul fronte della sicurezza: un “passo decisivo - ha evidenziato il presidente del Guatemala, Otto Perez Molina - da fare per attrarre un maggior numero di investitori europei”.
Investitori che, comunque, non verranno a mancare e, anzi, si mostrano sempre più interessati alla regione.

A sancirlo è il Wttc che, in uno studio dedicato all’area latinoamericana, mette in risalto prospettive molto incoraggianti. Secondo la ricerca, infatti, quest’anno la regione sarà una di quelle a maggiore crescita in termini di viaggi e di contributo del turismo al Pil, con uno share del 6,5 per cento, inferiore solo all’Asia del Sud e all’Asia nordorientale, al 6,7 per cento. A guidare la progressione è l’incremento del 5,2 per cento degli investimenti di capitale in viaggi e turismo - la più alta crescita oltre a quella asiatica -, mentre le esportazioni dei visitatori sono salite del 6,1 per cento.

Tuttavia la situazione sul lungo periodo potrebbe riservare sorprese negative: “La regione - ammonisce il Wttc - dovrà lavorare sodo per mantenere questi livelli di crescita; le prospettive a dieci anni sono, infatti, di rallentamento rispetto ad altre macroregioni, con una stima di incremento del Pil legato al turismo pari al 4,5 per cento”.

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