Mille volti per Mauritius: identità da porto di mare

Una sola isola, tanti turismi: Mauritius vuole scrollarsi di dosso l’immagine che la identifica unicamente come meta balneare e prende spunto dalle proprie origini, un miscuglio di etnie, culture e religioni, per proporsi al mercato con sfaccettature diverse. L’obiettivo è conquistare nuovi mercati, oltre a rafforzare il presidio su quelli storici, Italia in testa.

Il turismo è la seconda voce dell’industria mauriziana: “È un’isola molto sicura, adatta anche alle famiglie con bambini - spiega Zeenat Gangee, tourism promotion officer dell’Ente del turismo mauriziano - e soprattutto offre diverse possibilità a seconda delle esigenze e dei gusti: dal wellness al kitesurf, passando per il trekking, l’ecoturismo e il golf”.

E soprattutto lo shopping, una tendenza sempre più consolidata tra i turisti. Dal Nord al Sud dell’isola, infatti, sono molti i centri commerciali: solo lo scorso dicembre ne sono stati inaugurati tre e il 2013 ha in previsione la costruzione di altri shopping centre.

Turismo degli acquisti, nuova veste per la meta
Tessuti, gioielli, manufatti in legno, spezie, rhum e modellini nautici: partendo dalla costa Nord, a Grand Baie si trova una delle spiagge più lunghe dell’isola e il centro commerciale più grande della parte settentrionale della meta, ‘La Croisette’. Nella capitale, Port Louis, di fianco al mercato tradizionale, il Grand Bazar, è stato costruito ‘Le Caudan Waterfront’, uno shopping mall a cielo aperto con 170 negozi, ristoranti fronte mare e una vasta scelta tra artigianato locale e prodotti di lusso.

Gli acquisti sono così il filo conduttore che lega il Nord al Sud, in un percorso di 58 chilometri attraverso 9 distretti: ma la destinazione offre anche molto altro. Lo sa bene Hotelplan, che da anni lavora con la principale catena alberghiera del Paese, Beachcomber: 190mila camere a Mauritius, per integrare i 330 chilometri di coste contornate dalla barriera corallina con escursioni nelle zone più interne.

Il mercato italiano ha ancora una conoscenza vaga della destinazione e spesso la confonde con un arcipelago: è più frequente sentir parlare ‘delle’ Mauritius piuttosto che ‘di’ Mauritius. Ma proprio l’unicità e l’estensione dell’isola sono il punto chiave della promozione turistica: i mauriziani sono indù per il 52 per cento, creoli e cristiani ortodossi per il 26 per cento, ma non mancano altre minoranze come quella cinese. L’inglese è la lingua ufficiale, tutti conoscono il francese e in molti parlano il creolo, antico retaggio della schiavitù. Lungo la stessa strada si possono trovare chiese cristiane come templi indiani ed è usanza piuttosto comune frequentare luoghi di culto diversi a seconda dell’occasione.

Tradizioni multietniche: il patrimonio mauriziano
Spostandosi verso Sud da Port Louis, è possibile unire nello stesso itinerario il simbolo della cultura creola di Mauritius e uno dei luoghi più sacri per la parte indù della popolazione. Il primo si trova a Moka, capitale culturale del Paese e sede dell’università di Mauritius: qui sorge la Maison Eureka, una casa coloniale considerata il cuore della cultura creola e oggi trasformata in un museo. Proseguendo verso Sud si arriva a Grand Bassin, il lago sacro che, secondo la tradizione indù, è nato da alcune gocce del Gange lasciate cadere da Shiva. Tra febbraio e marzo, nel tempio costruito sulla sua sponda si tiene il pellegrinaggio sacro più importante al di fuori dei confini dell’India.

Una delle tappe che meglio uniscono la specificità mauriziana allo shopping è la Rhumerie di Chamarel, vicina alle terre colorate. La Rhumerie organizza visite guidate con degustazione finale per scoprire i metodi di lavorazione della canna da zucchero e la sua trasformazione in uno dei prodotti simbolo dell’isola, il rhum. L’itinerario lungo la costa Sud-Ovest di Mauritius termina a Le Morne, la penisola dove si trova l’omonima collina divenuta simbolo della fine della schiavitù, dopo che nel 1835 alcuni schiavi si gettarono dalla sua cima.

I plus della destinazione sono ben chiari alle adv. “Mauritius si vende bene perché solitamente non presenta imprevisti - dice Anna Savorgnan, titolare della Valtravel di Aosta -: capita che i clienti dopo esserci stati una volta diventino repeater”. Conferma l’andamento anche Debbie Kafka, direttore tecnico  Club Tour di Novate Milanese: “La vendiamo anche fuori stagione, soprattutto per i viaggi di nozze”.

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